L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Monterosi.
La storia è cominciata nel lontano 2004, in Terza Categoria, e ora ne ha fatta di strada perché quest’angolo di Lazio è in Serie C: sabato scorso ha sfidato il Foggia di Zeman, domenica giocherà a Bari, 60 volte gli abitanti di Monterosi. Alla prima impressione qui il calcio è un po’ romanzo e un po’ racconto per bambini. Perché il presidente Luciano Capponi per spiegare la moltiplicazione degli impegni burocratici nel passaggio dalla D alla C cita addirittura «Il Castello» di Kafka, ma poi aggiunge che a lui piacciono le favole, ne ha anche scritte diverse, «e questa storia un po’ della favola ce l’ha».
Questo Monterosi Tuscia è un incrocio fra un luna park e una start up del pallone, una miscela che però ha un taglio in qualche modo filosofico. Al tutto si aggiunge uno spirito teatrale perché il teatro è lo spettacolo sono la principale attività di Capponi. «Aspettate, vi chiamo l’allenatore. David!». David D’Antoni, nato e cresciuto come tecnico da queste parti dopo un bel giro d’Italia da «calciatore di medio livello», si volta e il presidente gli dice: «Sei esonerato». Per poi aggiungere: «Ci esoneriamo reciprocamente diverse volte al giorno…». D’Antoni non è un integralista di un modulo, più che altro ha una convinzione. «In Italia veniamo da anni di culto del possesso palla, ma per me il futuro del calcio sarà vertical aggressivo, un po’ alla tedesca». Il Klopp della Cassia Bis? «Ma no! E poi qui il vero personaggio è il presidente, la nostra rockstar». Una rockstar che è anche batterista, pilota (di aerei), compositore di musica e calciatore tuttora in attività alla rispettabile età di 74 anni.