L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Vincenzo Montella il quale ha parlato della sua nuova vita calcistica in Turchia.
Il calcio, come la vita del resto, è pieno di sliding doors. Quei momenti decisivi che possono cambiare una stagione, un percorso, una esistenza. Un pallone che al 97’ entra o finisce fuori può fare la differenza tra una ripartenza o i fantasmi che tornano a bussare alla tua porta. Lo sa bene Vincenzo Montella. Le sue personali sliding doors, in questa nuova avventura in Turchia, sono apparse alla terza presenza sulla panchina dell’Adana. Un debutto da incubo (sconfitto 4-0), una successiva vittoria in casa e poi la sfida sul campo del più quotato Besiktas, che partecipa alla Champions. Al 52’ perdeva 3-0 e c’era il rischio di un rovescio pesantissimo. Ma il calcio è bello perché imprevedibile. Montella fa entrare Balotelli che risponde con un gol spettacolare: 1-3, poi 2-3 e 3-3 al 97’! Segna Assombalonga, attaccante congolese su assist ancora di Supermario. Rimonta incredibile e Montella impazzisce di gioia correndo verso i suoi nuovi giocatori, come forse da tecnico non aveva mai fatto. Dopo quel pareggio sono arrivate due vittorie consecutive. Con 10 punti nelle ultime 4 gare la neopromossa Adana è passata dal 15° posto con due punti, quando Montella era subentrato alla 4a di campionato, al 10° posto attuale con 12 punti.
Montella cosa c’era in quella folle corsa?
«Non è facile spiegarlo con le parole. C’era tanta vita, l’amore per il calcio. La voglia di buttarmi alle spalle un periodo poco fortunato e le recenti delusioni vissute. Ma anche la convinzione che i periodi negativi servono per crescere e migliorarsi, se li affronti con autocritica, ragionando su cosa non ha funzionato e trasformando la rabbia che hai dentro in energia positiva».
In Italia in panchina è apparso spesso distaccato facendosi la fama, per chi non la conosce, di uno un po’ presuntuoso. E invece?
«E invece è una etichetta, nel calcio te le appiccicano addosso ed è difficile toglierle. Magari non sono stato sempre capace io a dimostrare il contrario, ma la mia è sempre stata solo riservatezza e rispetto dei ruoli. Quando i miei giocatori esultano io elaboro, penso a quello da fare subito dopo, ma non significa che dentro non provo la stessa gioia. In questa esperienza turca sto certamente esternando di più le mie emozioni».
Un mese dopo l’esordio, come si trova?
«Benissimo. L’Adana è una società che mancava da 27 anni nella massima serie, ma è molto organizzata. Dal centro sportivo alle strutture, non manca nulla per lavorare e far crescere squadra e club. Abbiamo campi all’altezza, uffici per lo staff, palestra, piscina. Viaggiamo per le trasferte con voli privati. Il nostro pubblico, nonostante le restrizioni, è il più presente del campionato. La città è piacevole e si mangia anche molto bene».
Con il suo arrivo è tornato a brillare anche Balotelli.
«Ha fatto 4 gol consecutivi in 4 gare diverse: sta ritrovando la forma migliore, i colpi li ha sempre avuti. Ed è mosso da un grande obiettivo che lo spinge».
Quale?
«Tornare in Nazionale: è la sua idea fissa. E farò di tutto per aiutarlo. Parliamo tanto e da quando sono qui si allena e si comporta sempre bene. Ha grande voglia. Non è ancora al 100%, ma vuole arrivarci presto per riproporsi in chiave azzurra».