L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla finale del Mondiale Under 20 in programma questa sera tra Uruguay e Italia e le probabili formazioni.
Certi sogni muoiono all’alba, altri cominciano proprio con l’aurora e restano accesi per sempre dopo notti di passione come questa. Italia-Uruguay, ore 23 diretta su Rai2, è la partita della vita per una generazione di calciatori cresciuta controcorrente, nelle difficoltà di un mondo che dice loro «non siete pronti» quando sono giovani e poi «è troppo tardi» nel momento in cui il palcoscenico sembra libero. Sarà una lunga notte a La Plata, in palio c’è la coppa del mondo Under 20. I ragazzi di Carmine Nunziata ci arrivano con le ali ai piedi, quelli di Marcelo Broli con la benzina nel motore. Eppure, nello stadio dedicato a Maradona, dove Simone Pafundi giovedì in semifinale contro la Corea ha segnato un gol su punizione “alla Diego”, serviranno i polmoni prima ancora della tecnica.
IDENTITÀ. I vicecampioni del Sudamericano U20 hanno faticato a trovare la stabilità durante il torneo, cambiando spesso uomini (Mateo Ponte e Luciano Rodriguez sono stati richiamati dalla nazionale A) e assetto tattico prima di sposare il 4-3-3 e consegnare le chiavi dell’attacco a Duarte (3 gol), che ha mandato ai box Andres Ferrari. Gli azzurrini, reduci dalla semifinale dell’Europeo U19, sono stati invece «costruiti» all’ultimo minuto a causa della reticenza dei club nostrani a mandare i ragazzi in nazionale, il più delle volte costringendoli alla panchina. Ecco perché Nunziata ha fatto un capolavoro, dando subito una precisa identità alla squadra puntando su pressing, riconquista alta, sovrapposizioni sulle fasce e inserimenti dei centrocampisti. Il tecnico napoletano, del resto, è specialista delle competizioni da dentro o fuori e nel suo curriculum vanta già due finali europee e i quarti del Mondiali con l’U17, la sua prima creatura, più la semifinale continentale con l’U19.