L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul Mondiale per Club e il caos Diritti Tv.
Il primo Mondiale per Club a 32 squadre, previsto per giugno-luglio 2025 negli Stati Uniti, rischia di svolgersi senza una copertura televisiva adeguata, un’eventualità che richiama la prima edizione del 1930 in Uruguay, quando le immagini TV erano assenti. Nonostante le grandi aspettative della FIFA, guidata da Gianni Infantino, la mancanza di accordi con i principali broadcaster mondiali ha generato preoccupazioni. Martedì è scaduto il bando per l’assegnazione dei diritti televisivi in Europa e Africa, senza alcuna offerta, e la trattativa con Apple TV, che sembrava pronta a investire un miliardo di euro, non è andata a buon fine.
Gli sponsor, già impegnati con il Mondiale tradizionale, sono riluttanti a investire in un nuovo torneo, rendendo la situazione ancora più complessa. Infantino ha convocato un summit di emergenza con rappresentanti dei broadcaster e dei principali club partecipanti, ma senza risultati incoraggianti. Ora la FIFA guarda con speranza ai network mediorientali, in particolare quelli dell’Arabia Saudita, che potrebbe essere incentivata a investire per non compromettere la candidatura al Mondiale 2034. Tuttavia, anche i sauditi sembrano meno propensi a investire, soprattutto perché alcuni dei club più famosi, come Manchester United, Arsenal e Barcellona, non parteciperanno.
Un raggio di speranza proviene dal Manchester City e dagli Emirati Arabi Uniti, con cui Infantino ha mantenuto contatti positivi. Il Qatar, invece, ha già archiviato l’ultimo Mondiale e sembra meno interessato a questo progetto. Intanto, la FIFA è pronta ad annunciare gli stadi in cui si disputeranno le partite, un primo passo ma non sufficiente a risolvere i problemi strutturali che circondano l’organizzazione del torneo.
Problemi con l’Europeo 2032
Sul fronte europeo, l’Italia e la Turchia ospiteranno l’Europeo 2032, ma l’incertezza sulle infrastrutture italiane preoccupa il mondo dello sport. Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha espresso preoccupazione per il ritardo nei lavori sugli stadi italiani, menzionando il caso emblematico di San Siro. Malagò ha sottolineato la necessità di una pianificazione anticipata, per evitare corse contro il tempo che caratterizzano spesso i progetti italiani. L’Italia ha indicato dieci città candidate per ospitare le partite, ma solo Roma e Torino sembrano attualmente soddisfare i requisiti.