Moglie Borgonovo: «Morto giovane per colpa del calcio»
Intervistato da “Il Giorno” la moglie di Stefano Borgonovo, Chantal ha parlato della scomparsa dell’ex calciatore avvenuta ormai dieci anni fa.
Ecco le sue parole: «Sono convinta che, se non avesse fatto il calciatore, non si sarebbe ammalato oppure gli sarebbe capitato, ma in età avanzata. Invece è morto giovane perché ha giocato a calcio. Le morti di Sinisa Mihajlovic e di Gianluca Vialli sono tragedie che hanno riaperto vecchie ferite. Mi hanno indotto a ulteriori riflessioni, mi hanno ricordato momenti drammatici. La Sla ha colpito troppi calciatori, sia più giovani o adulti: lo dicono le statistiche e le ricerche più recenti. Se Stefano avesse fatto un altro tipo di vita, non si sarebbe ammalato. Purtroppo il perché e il per come non lo sa nessuno. Sono anni che attendo delle risposte. Quando Stefano giocava tutto ciò che riguardava la gestione sanitaria era affidata al medico sociale, di cui mio marito aveva fiducia. Non ha mai preso volontariamente farmaci strani, assumeva qualcosa solo sotto il controllo dello staff sanitario se prescritto. Una cosa è sicura, Sinisa e Gianluca erano della stessa generazione di Stefano o di quella successiva, quindi si conoscevano avendo fatto lo stesso lavoro. Il calcio è un ambiente molto ristretto. Certamente hanno riaperto una questione che, però, vedo si è richiusa altrettanto rapidamente. Di sicuro dà fastidio parlarne, non so se dipenda da interessi economici o da altro. Ma è giusto ricordare che tutte le indagini su queste malattie sono state fatte da ricercatori che non appartengono al mondo del calcio. Dovrebbe essere un dovere sociale capire e rassicurare, invece non interessa».