Moggi ed il suo aneddoto: «Padre Pio è apparso in sogno ad una signora di Palermo e ha fatto una profezia su di me»
L’ex direttore generale della Juventus Moggi a “Libero Quotidiano” ha raccontato alcuni particolari aneddoti sulla sua vita. Che si intrecciano, come ha rivelato, con Palermo: «Padre Pio apparve in sogno a una signora palermitana incontrata a Palermo e fece una profezia su di me”. A parlare è Luciano Moggi, 83 anni a luglio. Sono nato in un piccolo paese, Monticiano, vicino a Siena – ha detto Moggi – dove studiavo con i sacrifici di lavoro di mio padre che voleva fare di me una persona erudita, diversa da lui, costretto come era a faticare lavorando al bosco per mantenere la sua famiglia. Avevo 18 anni. Una notte mi parlò in sogno una voce lontana, confusa da un fruscio che sembrava vento, lasciandomi perplesso soprattutto al mio risveglio quando cercai di ripassare quanto avevo sentito in sogno, senza riuscire tra l’altro a capire chi mi avesse parlato. Nel momento pensai trattarsi di un compagno di gioco che conosceva la mia passione per il calcio. Non tenni comunque conto di quelle parole perché le ritenevo facenti parte dei desideri che spesso la propria mente elabora dormendo».
«Questo il sogno – racconta Moggi – ‘Sei nato povero per cui avrai capito cosa significa la povertà. La tua passione per il calcio non sarà esaudita come calciatore, avrai però fama mediatica, e anche ricchezza. Ma ricchezza e fama ti travolgeranno e capirai allora cosa significa il calore della famiglia rispetto alle luci della ribalta. Gli amici più cari ti volteranno le spalle, sarai anche tradito, avrai processi, e sarai messo all’indice da chi prima ti esaltava. Qualcuno ti sarà comunque vicino per proteggerti dalla cattiveria altrui e alla fine, tra i malvagi, ci sarà chi confesserà la sua malafede». Moggi poi ha proseguito il suo particolare racconto: «Ai sogni si può credere e non credere, eppure quel sogno aveva rivelato in anticipo il percorso della mia vita lavorativa che forse una mano superiore aveva disegnato per me. Quella stessa mano che volle anche farmi capire che qualcuno mi avrebbe dato la forza e il coraggio necessari. Nel 2004 ricevetti una lettera da una signora di Palermo che mi chiedeva di potermi parlare. Di queste lettere ne ricevevo tante, che evadeva direttamente la mia segretaria. Questa invece stranamente me la tenni personalmente e andando a giocare a Palermo invitai la signora a venirmi a trovare. Mi si presentò una vecchia signora che mi disse di essere arrivata a me, tramite i figli, ai quali aveva rivelato il sogno da lei fatto e il mio nome che le era stato menzionato appunto nel sogno. Non sapeva addirittura che genere di lavoro facessi, sentiva solo il bisogno di rivelarmi quanto aveva sognato. Questo il suo racconto: «Mi apparve un gregge di pecore con dietro un pastore. All’improvviso mi comparve Padre Pio che mi disse “vedi quel pastore è Luciano Moggi, digli che gli voglio tanto bene». Rimasi di sasso a questa rivelazione, ringraziai la signora, e la mia mente tornò a ritroso a quel sogno, quando avevo appena 18 anni. Fu in quel momento che dentro di me, come una scossa, nacque quella carica emotiva che in seguito mi ha portato a dimostrare a tutto e tutti la mia innocenza. Senza paura di niente e di nessuno. Neppure di coloro che hanno infierito su di me calcando la mano su reati “a consumazione anticipata”, non suffragati dai fatti e con gli arbitri tutti assolti. Amici lettori spero vorrete scusarmi se per una volta non scrivo di sport, sentivo però il bisogno di manifestarmi a voi per come veramente sono. L’ ho fatto in questo triste periodo di Coronavirus perchè la nostra Italia che è attualmente pervasa di buonismo, con la paura che ci affratella, chissà che non ci sia chi abbia voglia di redimersi preso dalla paura del virus e soprattutto con il timore di poter essere sottoposto al giudizio finale di un Essere Superiore».