L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui cambiamenti apportati da Baldini al Palermo, soprattutto sul piano del modulo e del pressing.
I concetti ci sono. Quelli sì, in attesa dei punti e dei gol, per un Palermo che ancora non è al 100% quello che Baldini vorrebbe. Non può esserlo, dopo così poco tempo e con tutte le interferenze subite nelle ultime settimane, ma a Catanzaro si sono viste le idee che il tecnico vuole inculcare ai suoi uomini. Per alcune ha avuto la strada spianata, non allontanandosi granché da ciò che veniva fatto con Filippi, mentre per altre ha introdotto novità che potrebbero rivelarsi decisive.
Il 4-2-3-1 è già un cambiamento sostanziale rispetto al precedente abito tattico dei rosa, ma la squadra ha dimostrato di saper reagire bene alle diverse istruzioni date dal tecnico toscano. Le corsie laterali, chiaramente, hanno visto raddoppiare le forze rispetto al passato. Se prima ci si affidava al gioco a tutta fascia di Valente e Almici, adesso le due «catene» possono contare su un terzino e un trequartista esterno. Una superiorità numerica che a Catanzaro si è vista a tratti, specialmente sulla destra, dove Doda ha avuto il suo da fare in fase difensiva e ha fornito meno sovrapposizioni di quanto abbia fatto Giron.
I due, però, hanno dato un aiuto non indifferente a Felici e Valente, sgravandoli di compiti di copertura. Una variazione che avrà sicuramente notato proprio quest’ultimo, in precedenza utilizzato come esterno di fascia nel 3-4-2-1 e di conseguenza abituato a ripiegare. La maggiore libertà di attaccare lo ha portato a pochi passi dal gol, trovandosi a tu per tu col portiere, non riuscendo però a concretizzare l’occasione avuta. Sempre gli esterni, inoltre, hanno osato qualche giocata in più nell’uno contro uno. Qui è Felici che ha cercato di mettersi più in mostra, puntando spesso l’uomo nel tentativo di creare superiorità lì davanti.
L’ago della bilancia, in un modulo apparentemente sbilanciato in avanti, è stato Luperini. Dopo una prima metà di stagione alla costante ricerca di sé, il centrocampista toscano ha mostrato la propria utilità specialmente in fase di non possesso. Da trequartista, era il primo a dar fastidio alla mediana del Catanzaro, che ha faticato a creare gioco anche grazie alla pressione del numero 17 rosanero. Ma in generale, è sul pressing a tutto campo che il Palermo è riuscito a costruire il proprio dominio territoriale. Qui, però, va detto che Baldini ha trovato una squadra «educata» ad aggredire il portatore di palla avversario, anche con gli attaccanti. Partite come quella giocata al «Barbera» contro il Foggia sono lì a dimostrarlo, ma non solo.