L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo che cala il jolly Vido.
Ottantaquattro minuti, due pali e un rigore procurato. Lo strano caso di Luca Vido che non ha mai giocato una gara da titolare, ma nel rapporto tempo a disposizione coefficiente di pericolosità ha un indice molto alto. È vero, finora non ha segnato, ma quando è entrato ci è andato molto vicino, sintomo chiaro tra le opzioni in panchina è quella più pericolosa.
I numeri dicono questo: 7′ con il Sudtirol, un legno all’attivo, 7′ con il Pisa e un altro palo, 19′ con il Cosenza, stacco di testa in area e palla deviata con un bravvio dal difensore avversario per il rigore fallito nei minuti finali da Brunori. La domanda è: cosa riuscirebbe a fare partendo dall’inizio, situazione finora mai verificatasi?
Che Vido sia un attaccane di categoria lo dice la sua storia, che sia un’alternativa a Brunori lo dice il rendimento del capitano rosanero, autore di 6 gol e 3 assist. Del resto, era stato preso anche per questo. La prospettiva di vederlo sempre a gara in corso, magari, potrebbe iniziare a essere riduttiva. Perché dall’ultima sosta del campionato a quella di adesso si è presentato un giocatore profondamente diverso.