Dario Mirri, presidente del Palermo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “Palermotoday.it”, soffermandosi anche sul discorso legato al merchandising e lo store del Palermo: «Loro possono chiamarsi come vogliono, ma non Palermo Store, questo è il nocciolo della questione. Il mio compito – dice Mirri – è anche e soprattutto quello di tutelare il Palermo, dando alla mia società il maggior vantaggio economico possibile. Si è fatta tanta confusione in merito a questa questione, perché anche se lo Store e il Palermo potevano sembravano la stessa cosa, così non era. Questi signori avevano instaurato un rapporto di collaborazione con la vecchia società, ma non con noi. Può generare confusione infatti il fatto di chiamarsi ‘Palermo Store’, quando in realtà però non sei il rivenditore ufficiale della società. Noi tuteleremo il Palermo da chi cercherà di creare confusione, anche perché al momento la nostra idea è quella di concentrarci sulla vendita online piuttosto che sui punti fisici. Il nostro intento non è mai stato quello di danneggiare qualcuno. Faccio un esempio: se un giorno dovessi aprire un negozio, chiamandolo ‘Fiat Store’ pensate che alla Fiat possa fare piacere? Il mio compito è quello di proteggere il marchio Palermo, e credetemi, per me vale davvero tantissimo».