L’edizione odierna de “La Repubblica Palermo” riporta un’intervista al presidente del Palermo Dario Mirri.
«Non possiamo comprare Messi, andare in serie A e poi retrocedere o magari fallire. Vorrebbe dire distruggere il Palermo. Noi dobbiamo andare in serie A e nello stesso tempo costruire il futuro della società su basi solide e durature. Ferran Soriano ha scritto un libro dal titolo: “Il Pallone non rotola mai per caso”. Ecco, io le dico che il Palermo non andrà in A per caso»
Una cosa da serie A il Palermo l’ha già ed è il centro sportivo.
«È il primo risultato raggiunto e lo possiamo toccare tutti con mano. Torretta ci consente di raggiungere i risultati che ci aspettano in futuro ed è un investimento che resterà sempre a Palermo»
Lo stesso non si può dire dello stadio che cade a pezzi. Che effetto le fa vederlo ridotto in quelle condizioni, da presidente del Palermo e nipote di Renzo Barbera?
«Certamente mi dispiace perché lo stadio è la casa dei tifosi e, visto il legame con mio zio Renzo, mi sento ancora più responsabilizzato. Dai Mondiali del 1990 di manutenzione ne è stata fatta poca. Grazie all’Us Città di Palermo e a noi adesso si sono fatti degli interventi e altri se ne faranno. Il Comune ha la consapevolezza di avere un club solido che vuole investire»
Che rapporto avete con l’amministrazione comunale?
«Eccellente, ma il percorso amministrativo va costruito insieme ai funzionari della Regione. Da alcuni mesi si lavora a questo. Le faccio un esempio: dopo la partita dei play-off di C con l’Entella si è spenta l’illuminazione dello stadio. Non era un effetto scenico, ma un guasto che ci sarebbe potuto costare caro. L’1 settembre contro il Cosenza i tifosi potranno vedere il nuovo impianto al Led simile a quello degli stadi più moderni»