Il presidente del Palermo Dario Mirri ha parlato in esclusiva ai microfoni di “Italpress” in occasione del trentennale dalla strage di Capaci.
Ecco le parole del patron rosanero:
«Anche io 30 anni fa c’ero e ricordo che stavo andando con gli amici ad Avellino per seguire una partita ad Avellino decisiva per la salvezza del Palermo – ha aggiunto Mirri -. Ricordo che ci arrivò questa notizia in nave, fu una giornata drammatica e anche il Palermo perse. Quel giorno è stata una sconfitta globale – ha concluso Mirri -. Il Palermo, adesso, vuole rappresentare la parte che si rialza.La memoria è importante perché ti consente di guardare avanti, perché se non sai quello che è successo nel passato fai fatica a capire quello che avverrà nel futuro. Credo che quello che ha vissuto la mia generazione abbia sgombrato ogni dubbio, ogni equivoco e ci abbia indicato la giusta direzione, il sacrificio di tutti loro non è stato Il Palermo è Palermo, non c’è un distinguo tra la squadra e la città, che era ciò che ho desiderato fare fin dal primo giorno e la testimonianza della partecipazione di questi ultimi giorni è la conferma che i palermitani amano il Palermo e quindi amano la propria città».
Sulla squadra Mirri ha detto: «La partita di sabato è stata una grande emozione per tutti, anche i calciatori stanno vivendo un’emozione straordinaria. Abbiamo iniziato da zero, sembrava un’impresa impossibile tornare nel professionismo, ma pian piano sono stati raggiunti degli obiettivi e bisogna lasciare qualcosa alla città. In queste ultime due partite i tifosi stanno seguendo la squadra in maniera straordinaria. Trattative per la cessione? L’importante è che resta il Palermo».