Resta molto delicata la situazione del campione paralimpico, che dopo un drammatico incidente in handbike il 19 giugno è stato operato tre volte alla testa all’ospedale di Siena, ha iniziato poco più di un mese dopo la neuro-riabilitazione in una clinica specializzata lecchese, prima di essere trasferito di nuovo in terapia intensiva al San Raffaele venerdì perché le sue condizioni erano tornare instabili. Filtrano molta cautela e poche informazioni, limitate all’essenziale per volere della famiglia di Zanardi e del professor Luigi Beretta, che guida la terapia intensiva neurochirurgica, per concentrare tutte le energie e gli sforzi sulla cura dell’ex pilota. “Un paziente in terapia intensiva è delicato, può avere grandi miglioramenti e peggioramenti improvvisi”, è da sempre il mantra di Beretta, un luminare che in carriera ha affrontato anche casi particolari, fra cui nel 2014 quello di una donna incinta, clinicamente morta dopo un’emorragia cerebrale fulminante, il cui corpo è stato tenuto in vita per nove settimane grazie alle macchine per far venire alla luce il figlio.