Fin dal primo momento la cessione del Milan da Berlusconi a Yonghong Li sembrava avere delle difficoltà. Li ha dovuto fare i conti con alcuni finanziatori che si sono tirati indietro nel momento decisivo e per completare l’acquisto ha chiesto un prestito di 303 milioni al fondo Elliott, ma tra interessi e fee adesso dovrà pagare 380 milioni. Adesso i rossoneri rischiano molto, perché Fassone ha presentato il “Voluntary agreement”, ma la Uefa ancora non ha dato risposta. Il presidente dell’Uefa Ceferin ha anche dichiarato “Sono preoccupato per il Milan”. L’unica soluzione sembra essere la qualificazione in Champions League, ma il quarto posto al momento è ben lontano. Gli accordi con il fondo Elliott prevedono anche che il debito non venga ripagato attraverso la cessione di calciatori pregiati, dato che un punto cardine dell’accordo è proprio questo: non depauperare la rosa e non diminuire il valore del club. Ed in molti adesso si domandano, cosa accadrebbe al club se la società non dovesse riuscire a coprire il debito nei tempi previsti? Elliott ha in pegno le azioni rossonere, che quindi passerebbero in mano al fondo, che diventerebbe di fatto proprietario della società. E qui arrivano le novità. In un primo momento, si legge su “Calcioweb.eu”, si pensava che Elliott fosse intenzionato a rimettere sul mercato il Milan nel caso in cui si arrivasse a questo scenario, salta fuori una condizione diametralmente opposta. Elliott sembra non credere più nella possibilità di Li di ripagare il debito di cui sopra e si starebbe già muovendo per allestire di sana pianta la nuova società. L’intento è quello di non farsi trovare ‘impreparati’ nel caso in cui dovesse naufragare il progetto di Li. Elliott metterebbe a segno un vero e proprio affare, con un esborso di soli 303 milioni di euro prenderebbe possesso dell’interezza delle quote del Milan.