Miccoli: «Oggi ho solo tre amici. Tanti mi hanno voltato le spalle»

Fabrizio Miccoli, ex campione amato dai tifosi del Palermo e protagonista di una carriera brillante ma segnata da errori e vicende giudiziarie, si racconta in una toccante intervista rilasciata a Monica Scozzafava per il Corriere della Sera, in edicola oggi.

Dopo aver scontato la sua pena, l’ex attaccante parla della sua voglia di riprendere in mano la vita, del percorso di pentimento e del significativo incontro con Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia. Con sincerità e introspezione, Miccoli ripercorre il suo passato, gli errori commessi e la strada verso il riscatto, trovando nella famiglia, nella scuola calcio e nelle sue nuove attività imprenditoriali una ragione per guardare avanti.

Un’intervista che svela il lato umano di un uomo che, oltre il talento calcistico, si misura con la consapevolezza degli sbagli e il desiderio di ricostruire, passo dopo passo, un futuro diverso. Un racconto di rinascita, oggi sulle pagine del Corriere della Sera.

Ha ancora tanti amici? «Guardi, ai tempi ne avevo diecimila. Oggi sono tre, ma va bene così. Bastano loro, sono fratelli».

Quanti le hanno voltato le spalle? «Molti sono scomparsi ma forse era naturale che accadesse. Nel calcio poi ci sono conoscenze, non amicizie, quindi me lo aspettavo. Devo dire però che quattro, cinque persone mi chiamavano quasi tutti i giorni. C’erano, li sentivo accanto».

I nomi? «Roberto D’Aversa, Serse Cosmi, Francesco Moriero per esempio: persone che continuo a sentire tuttora anche per lavoro, uomini speciali».