Miccoli: «Non smetterò mai di ringraziare la Dottoressa Falcone. Ho incontrato una donna straordinaria»
Fabrizio Miccoli, ex campione amato dai tifosi del Palermo e protagonista di una carriera brillante ma segnata da errori e vicende giudiziarie, si racconta in una toccante intervista rilasciata a Monica Scozzafava per il Corriere della Sera, in edicola oggi.
Dopo aver scontato la sua pena, l’ex attaccante parla della sua voglia di riprendere in mano la vita, del percorso di pentimento e del significativo incontro con Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia. Con sincerità e introspezione, Miccoli ripercorre il suo passato, gli errori commessi e la strada verso il riscatto, trovando nella famiglia, nella scuola calcio e nelle sue nuove attività imprenditoriali una ragione per guardare avanti.
Un’intervista che svela il lato umano di un uomo che, oltre il talento calcistico, si misura con la consapevolezza degli sbagli e il desiderio di ricostruire, passo dopo passo, un futuro diverso. Un racconto di rinascita, oggi sulle pagine del Corriere della Sera.
Cosa ha detto a Maria Falcone?
«Non c’è stato bisogno di tantissime parole, ho incontrato una donna straordinaria che mi ha accolto con il sorriso. Ero emozionato e anche un po’ intimidito, ma vederla era un desiderio forte per spiegarle ancora una volta il significato di quelle parole. Dirle quanto mi fossi pentito. Quella vicenda ha fatto male a me ma soprattutto ai miei genitori, che ci sono sempre stati. Per tanto tempo ho provato un grande senso di colpa nei loro confronti. Vergogna, quasi. Se ne sono uscito è grazie a loro, a mia moglie Flaviana e ai nostri figli Diego e Swami. Il loro sostegno è stato vitale. Questo ho raccontato alla dottoressa Falcone, lei ha compreso il mio dolore. Non smetterò mai di ringraziarla».
Cosa ha fatto oggi?
«Sono stato nel mio mondo, con i ragazzi della scuola calcio a San Donato di Lecce: la crescita di questi talenti mi fa star bene. Siamo un centro federale Milan e qualche ragazzino lo abbiamo dato anche a squadre di Serie A. Lavoriamo bene, aiutiamo chi ha situazioni familiari complicate. Seguiamo i nostri piccoli calciatori in maniera totale. Loro mi restituiscono i ricordi di quando anche io ero ragazzino».