Fabrizio Miccoli, ex attaccante di Serie A e bandiera del Palermo, si è recato al centro sportivo Volpe per assistere all’allenamento del figlio Diego, giovane promessa dell’U17 della Salernitana. In questa occasione, ha condiviso con “SalernitanaNews.it” i suoi pensieri sull’ambiente granata e il momento attuale della squadra.
Miccoli, legato alla Salernitana non solo per motivi familiari, ha ricordato il suo passato da avversario all’Arechi e il rapporto con due figure chiave del club: l’allenatore Stefano Colantuono, già suo tecnico a Palermo, e il direttore sportivo Gianluca Petrachi, suo conterraneo e amico.
Nelle sue parole, emerge il punto di vista di un osservatore esperto e il desiderio di vedere la squadra tornare a esprimere al meglio il suo potenziale. Un momento di riflessione, ma anche di vicinanza al calcio, vissuto con l’equilibrio e la semplicità che da sempre lo contraddistinguono.
«Sono venuto a vedere l’allenamento della Salernitana U17 con cui gioca mio figlio Diego. Adesso torniamo a casa visto che questo fine settimana non giocano. E’ sempre un piacere venire», quelle che sembrano le normali parole di un genitore di un tesserato delle giovanili granata sono in realtà state pronunciate da Fabrizio Miccoli.
«Il mister è una grande persona e per me anche un grande allenatore. Penso e spero sia l’uomo giusto per far risalire la Salernitana visti che ormai conosce anche molto bene l’ambiente. Sono molto amico di Gianluca e della famiglia del direttore. Sono contento per lui perché dopo diversi anni ha avuto la possibilità di tornare nel calcio. Per me ha fatto un grande lavoro per quelli che erano i mezzi creando una buona squadra. Bisogna trovare il momento giusto, un pizzico di fortuna vincendo qualche partita per sperare di fare sempre meglio. La Serie B è dura ed il campionato è lungo. Spero per tutti che l’ippocampo possa fare un bel risultato».
Sull’ambiente: «Mi ricordo l’Arechi alla vecchia maniera (ride). Era un bell’ambiente ed era anche bello venire a giocare qua anche se avevo tutti contro. Sicuramente la Curva si faceva sentire, i tifosi sono molto legati come tante piazze nel Sud. Basta solo ritrovare un minimo d’entusiasmo: vedere lo stadio pieno per chi gioca qua è sicuramente emozionante».