L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha riportato un’intervista a Guglielmo Miccichè, il quale ha parlato delle sue nuove vesti nella società rosanero, ma non solo, anche del futuro del Palermo.
Ecco qualche estratto:
Stavolta non nella dirigenza, ma da questa settimana inizia la terza vita di Guglielmo Micciché a tinte rosanero. Dopo essere stato dirigente con Sensi e vicepresidente con Zamparini, adesso è il rappresentante della consulta d’indirizzo del Palermo indicato dallo stesso club di viale del Fante: «Un ruolo molto secondario, la consulta non ha un peso specifico nelle decisioni della società, ma conoscendo Mirri ho avuto piacere ad accettarlo».
Miccichè, a vedere oggi il Palermo che futuro dobbiamo aspettarci dal club? «Non c’è dubbio che l’onere assunto dalla famiglia Mirri nel Palermo è impegnativo. Uno può anche programmare una risalita in uno, due o quattro anni, ma all’atto pratico è tutto più complicato. I campionati sono difficili e la Serie C è devastante. Ai play-off tutti si giocano le proprie chance, ma se non ci arrivi da seconda è complicato. Anche perché incontri squadre del Nord, dove gli investimenti sono sicuramente maggiori rispetto al Sud. Non è facile programmare una promozione a breve termine e a Mirri ho detto anche questo. Chi ha la società, però, deve insistere. Ha fatto degli investimenti ed è giusto che tenti quantomeno di portarla in Serie B. Poi per arrivare in Serie A è ancor più difficile, Parma e Monza hanno fatto investimenti milionari e vediamo dove sono. Zamparini c’è riuscito al secondo anno»
Mesi fa, Mirri ammise di non potersi impegnare oltre il triennio iniziale. Lei come lo vede nel progetto futuro della società? «Secondo me Mirri è ancorato al progetto. Le squadre di calcio non sono titoli di stato che uno chiama l’operatore e si vendono, serve un acquirente che le compri, se si intende vendere. Sappiamo perfettamente che al Sud non sempre si trovano persone propense a investire, mentre poi troviamo grossi investitori in piazze come La Spezia e Ascoli. Però Mirri mi sembra determinato a insistere in questa avventura, ed è giusto che insista, che faccia un programma per andare in B. Non è facile, ma se quest’anno sale il Bari, il prossimo deve toccare al Palermo».