Palermo metamorfico, si va verso l’ennesimo cambio di modulo: una volta recuperati Quaison e Trajkovski, cosa inventerà De Zerbi?
Negli ultimi anni, un continuo cambio di modulo per affrontare una partita settimana dopo settimana non ha mai lasciato presupporre nulla di buono sulla situazione della squadra in questione: la decisione, infatti, poteva venire presa in considerazione in virtù di risultati non positivi che convincevano il tecnico che quella non fosse la formazione adatta, di giocatori infortunati o squalificati o che semplicemente non convincevano. Oppure, come nel caso del Palermo, se l’allenatore sulla panchina della squadra continua a cambiare. Situazioni generalmente negative dunque, poste sulla base del tradizionale motto “Squadra che vince non si cambia”: motto, questo, rivalutato proprio dal nuovo allenatore rosanero Roberto De Zerbi, che fino ad ora ha continuato a rivoltare l’assetto della squadra partita dopo partita. Agendo però così non in virtù di risultati negativi, ma proprio perché il suo Palermo gioca bene e convince.
Detto così può sembrare anche ossimorico, ma la verità è proprio questa: il Palermo appare come una squadra in continua evoluzione, senza però che questo incida sulle prestazioni dei giocatori, anzi. Il giovane tecnico rosanero sembra infatti essersi reso conto che l’unico modo per dare qualità ad un organico così giovane e inesperto in serie A è quello di infondere fiducia nei vari elementi, garantendo a tutti un posto nel corso dei match. Strategia certo rischiosa, ma che fino ad ora sembra aver dato i suoi frutti: nessuno si aspettava che Balogh partisse da titolare in un match come quello contro la Juventus, eppure così è stato e il giovane ungherese non ha neanche giocato male, riacquistando la fiducia in se stesso che, come ha sottolineato lo stesso ds Faggiano, ultimamente si era un po’ persa. Anche le altre novità di formazione che spesso hanno lasciato i tifosi a bocca aperta hanno spesso prodotto buoni risultati: Chochev e Jajalo stanno sfornando prestazioni di qualità, Hiljemark versione trequartista/incontrista visto contro l’Atalanta è andato più volte vicino al gol e Gonzalez al centro della difesa sembra un lontano ricordo del calciatore dell’anno scorso che a fine stagione voleva andare via. De Zerbi ha continuato ad esporsi, andando a volte anche a modificare il “suo” 4-3-3, ma i risultati fino ad ora gli hanno dato ragione. Certo, come in ogni squadra deve esistere anche una colonna portante, che però il Palermo sembra avere già trovato: Posavec sta stupendo tutti, Rispoli ed Aleesami creano gioco, Gazzi ci mette l’esperienza, Diamanti crea e Nestorovski segna. Possono sembrare situazioni in cui De Zerbi abbia dovuto fare di necessità virtù, ma per ora l’esperimento funziona, anzi il tecnico continua ad essere “messo in difficoltà” dalle nuove pedine che continuano a risultare utili.
Veniamo adesso ad un altro paradosso: l’attacco. E’ il reparto avanzato, infatti, quello in cui gran parte dei tifosi ha evidenziato le maggiori lacune in termini di giocatori e di qualità, ma adesso sembra esserci quasi un sovrannumero: tra pochi giorni infatti sembrano pronti a tornare a disposizione Quaison e Trajkovski, che per il modulo sempre cangiante (due trequartisti alle spalle della punta, due attaccanti esterni, una seconda punta che crei gioco con Diamanti) sembrano essere stati disegnati a pennello: negli anni passati un limite per loro sembrava appunto quello di non avere una posizione ben definita, non per niente le loro figure sono servite come “jolly” offensivo durante tutte le precedenti gestioni. Quale situazione migliore, dunque, in una formazione piena di metamorfosi?
L’attacco del Palermo funziona proprio così: se si esclude l’impiego di Nestorovski come unica punta, sono tanti gli elementi offensivi sui quali De Zerbi può contare, anzi saranno ancora di più con il recupero di Bentivegna. Il tecnico ha mostrato di non avere preferenze (a parte naturalmente l’utilizzo di capitan Alino), quindi sembra che anche lo svedese ed il macedone troveranno i loro spazi. Sorge però adesso spontanea una domanda: quale sarà la formazione che ammireremo allo stadio “Marassi” domenica, quando i rosanero faranno visita alla Sampdoria? Chi tra Diamanti, Embalo, Sallai, e Balogh dovrà avere il compito di perforare la difesa e provare a far gol? Come si disporranno Quaison e Trajkovski una volta rientrati? Domande, queste, che molto probabilmente verranno chiarite il giorno stesso. Per il momento, l’importante è solo continuare a lavorare, tutti allo stesso modo. I tifosi non sanno se De Zerbi opterà per l’ennesima modifica, ma se il Palermo gioca bene e fa risultato in fondo va bene così. Nessun punto di riferimento, nessun “uomo copertina”, nessun giocatore che prevalga sugli altri: è ancora un Palermo dalle mille metamorfosi, che però forse non avranno nessun punto di arrivo: la farfalla è già nata, ed è rappresentata dall’intero organico.