Metà gialla, metà arancione. Ora la Sicilia vede la luce: «La curva si va appiattendo»
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione pandemica in Sicilia.
È ufficiale: la Sicilia resta gialla a grandi chiazze arancioni per un’altra settimana. La saturazione delle Terapie intensive, unico dei tre parametri non ancora superati per il cambio di colore, si è fermata a un passo dalla soglia del 20 per cento.
E con le nuove regole allo studio del governo nazionale per il calcolo dei posti letto occupati, dai quali potrebbero essere sottratti i positivi asintomatici in corsia per motivi diversi dall’infezione, la zona arancione si allontana ancora. Ma quasi il 40 per cento dei comuni siciliani è in semilockdown fino al 26 gennaio: con l’ultima ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione, salgono a 149 i comuni in arancione, quattordici in più, sui 391 totali.
Se il ministero della Salute darà il via libera alle richieste delle Regioni, il bollettino giornaliero conterrà un nuovo campo che indica i pazienti Covid ricoverati per cause diverse. Rimane invariata, invece, la definizione di nuovo caso: i ricoverati positivi continueranno a essere tracciati e segnalati ai sistemi di sorveglianza.
In Sicilia, con le nuove regole, si calcola che l’indice di occupazione dei posti letto in area medica, oggi al 34 per cento, potrebbe ridursi di un terzo, fino al 21- 22 per cento. Rientrando dunque nei limiti della zona gialla. Per cambiare colore serve sforare contemporaneamente tre parametri: incidenza superiore a 250 casi ogni centomila, più del 30 per cento di occupazione in area medica e più del 20 per cento in Terapia intensiva. Con l’incidenza schizzata a 1.653 nuovi casi su centomila, i pronto soccorso siciliani si sono riempiti di pazienti giunti in ospedale per altri motivi ( fratture, infarti, incidenti stradali) che solo poi hanno scoperto di essere positivi, ma contribuiscono alla saturazione dei reparti Covid. Il loro peso cala invece a circa il 10 per cento nelle Terapie intensive Covid.