L’edizione online de “La Gazzetta del Sud” si sofferma sul Messina e su Pietro Sciotto che ha finora respinto diverse offerte per la cessione del club.
Il presidente Pietro Sciotto ha respinto, al momento, l’offerta dell’imprenditore siciliano Fabrizio Mannino per l’acquisizione del Messina. L’imprenditore aveva presentato a Palazzo Zanca una Pec con un’offerta di quasi 3 milioni di euro (due milioni per il valore della società più quello che serve per iscrizione e altro), ma Sciotto in questa prima fase ha detto no.
“Il valore attribuito alla società non è conforme alla mia valutazione – si legge nella lettera inviata da Sciotto a sindaco e a Mannino – ma si confida che una trattativa seria porterà certamente a risultati ottimali per entrambi le parti”. Quindi un no ma con apertura. Sempre Sciotto chiede che d’ora in avanti ogni tipo di trattativa dovrà essere fatta con patto di assoluta riservatezza sottoscritto da entrambe le parti. Sciotto dice anche che non può essere inserita nella trattativa la questione degli stadi perché è fuori dal controllo della società Acr Messina. Detto ciò Sciotto si dice pronto – se le condizioni verranno accettate – a collaborare alla due diligence proposta. Cosa che sinora non è stata fatta, visto che sinora il commercialista nominato da Mannino non ha ricevuto alcun documento per procedere con la due diligence.
L’imprenditore siciliano con interessi a Dubai e Hong Kong nella sua richiesta al Comune aveva sottolineato la necessità di avere la concessione degli stadi. «Il Comune di Messina si impegni formalmente a garantire la concessione gratuita trentennale per le infrastrutture strategiche per potere sviluppare un progetto sportivo ambizioso che vengono identificate nello Stadio San Filippo, con tutte le pertinenze relative, il Palazzetto dello Sport in area San Filippo, con tutte le pertinenze relative, lo Stadio Celeste con tutte le pertinenze relative. In proposito si specifica che tutti e tre gli impianti sportivi individuati dovranno essere agibili per la massima capienza dei posti di ciascuna struttura, e che gli eventuali lavori siano posti a carico dell’Ente Proprietario (tra gli altri, e senza che ciò costituisca un elenco esaustivo, video sorveglianza, tornelli, connettività, manto erboso, illuminazione, efficientamento energetico, revisione impiantistica generale, sicurezza e tutte le opere necessarie al fine di ottenere l’agibilità delle strutture sempre nella massima capienza)».