Mendicino: «Ho perso il posto di lavoro. Bisognava tutelare calciatori e società»
Intervenuto ai microfoni di “Gianlucadimarzio.com”, l’attaccante Ettore Mendicino è tornato a parlare dopo la retrocessione del Rimini. Ecco le sue parole:
«Per alcune decisioni prese degli organi federali ho perso il mio posto di lavoro. E’ stato un anno davvero complicato, la pandemia ha stravolto qualsiasi tipo di programma di vita, calcio compreso. Alla fine, nel nostro mondo, ci hanno rimesso davvero in pochi! Bisognava tutelare i giocatori e le società e nel caso della squadra per cui ho giocato fino a qualche mese fa, il Rimini, non si è verificato né uno né l’altro aspetto. Si era detto che si sarebbe rispettato il format? Credo non sia stato fatto: playoff facoltativi e playout completati nel giro di pochissimo tempo, giusto qualche giorno. Non si poteva evitare di decretare le retrocessioni a tavolino a marzo quando si sa che tante squadre poi in estate non si iscrivono al campionato successivo. Il Rimini è una società che pagava sempre, il presidente era una persona seria. Dopo tutta questa confusione ha deciso di lasciare e vendere, si era stufato. Insomma, una beffa. In una situazione di tale difficoltà causa Covid-19 c’è gente è stata licenziata nel mondo del calcio. C’è gente in cassa integrazione che però non ha ancora ricevuto nulla. Io mi alleno tutti i giorni e sto bene, non vedo l’ora di tornare in pista».