Meluso: «Pisa, Spezia e Sassuolo avanti non per caso. Tifo per il mio amico Corini»

Intervistato da “TuttoB.com” Mauro Meluso ha parlato in merito al campionato di serie B.

Ecco le sue parole:

«Esonero Vivarini? Non conosco le dinamiche interne, certo, ma dopo una retrocessione così amara e immeritata – perché la squadra allenata da Di Francesco, pur presentando molti debuttanti, giocava davvero bene – è come se dal paradiso di colpo ti ritrovi all’inferno. Questa è una chiave di lettura generale, in quanto dopo una delusione così grande è normale che aleggino fantasmi e scorie. È successo anche a me quando ho dovuto gestire una precedente retrocessione. Detto questo, a Frosinone c’è un grande presidente – col quale ho avuto il piacere di lavorare in passato –, uomo colto, lungimirante, di altissimo livello, e un direttore sportivo che ovunque è stato ha fatto bene. Spiace per Vivarini, uno dei migliori allenatori emergenti degli ultimi anni. Ho letto anch’io che il dito è stato puntato sui giocatori, ma credo che alla base di tutto ci sia un po’ di apatia derivante, ribadisco, da una retrocessione dolorosa e immeritata. A capo della società ci sono due persone esperte, Stirpe e Angelozzi, che evidentemente avranno fatto le dovute valutazioni. Ricordo che quando c’ero io a Frosinone portammo in prima squadra Stellone dalla Berretti – all’epoca non c’erano la Primavera 2 e la 3 –, e facemmo un percorso meraviglioso. Io poi andai via, ma gettai le basi per un progetto che vide il club ciociaro approdare in Serie A. Probabilmente in Greco hanno rivisto le stesse qualità di Stellone…”.

È corretto o prematuro parlare di fuga a tre (Pisa, Spezia e Sassuolo) dopo appena 9 giornate di campionato?

«Sono le squadre che, finora, hanno fatto meglio, a livello di punti, gioco e organico messo in campo. Il Sassuolo, come il Frosinone, viene da una discesa in B inaspettata, però ha tenuto giocatori di categoria superiore e livello assoluto, anche se è probabile che qualcuno di costoro a gennaio faccia le valigie… Del Pisa, invece, ammetto di saperne molto poco. Quanto allo Spezia, credo che abbiano fatto un ottimo lavoro e possano tenere fino alla fine. Tuttavia il campionato cadetto è lungo, duro e imprevedibile. Nel calcio, poi, non si può mai dar nulla per scontato. Io ricordo quando col Lecce, in C, avevamo 10 punti di vantaggio a poche giornate dalla fine e poi subentrò il braccino corto e la paura di non farcela… Quindi bisogna sempre stare sul pezzo. Chi ha esperienza nel calcio lo sa».

Corini, nuovo tecnico della Cremonese, potrebbe riuscire là dove ha fallito Stroppa?

«Premesso che, conoscendoli, ho stima per entrambi, devo dire che la Cremonese negli ultimi anni ha sempre avuto allenatori di ottimo livello. Corini è stato un grande calciatore, che ha ottenuto molto di più di quanto, viceversa, non abbia ottenuto da tecnico, cosa di cui non riesco a darmi una risposta perché lo reputo un profilo di alto livello – io peraltro l’ho avuto a Frosinone – non solo per la B ma anche per la A. Non capisco come mai non sia ancora ‘esploso’, a differenza di Dionisi, piuttosto che Zanetti; tutti tecnici emergenti come lo stesso Corini».

Nell’economia di un campionato, quello cadetto, che solitamente si decide sul filo di lana, quanto possono incidere i 4 punti di penalizzazione da cui è gravato il Cosenza?

«Alla lunga potrebbero pesare… Non saprei… Cosenza è la mia città, lì sono nato, ho le mie radici e ho anche lavorato, per cui auguro il meglio alla società del presidente Guarascio. Detto ciò, i rossoblù di Alvini sono stati bravi ad annullare subito la penalizzazione, cogliendo risultati molto importanti. E adesso devono riprendere la via maestra; spero vivamente che abbiano la forza e la qualità per farlo».

Che ruolo può recitare la Salernitana? Dovrà accontentarsi di una stagione di assestamento o potrebbe avere voce in capitolo in ottica playoff?

«Innanzitutto credo vadano fatti i complimenti a Petrachi, che ha rimesso in piedi una squadra malgrado le problematiche connesse a una proprietà la cui intenzione, probabilmente, era quella di vendere. Perlomeno, dai giornali era emersa una certa riluttanza verso il calcio… È chiaro che in queste situazioni non è mai semplice lavorare, quindi, ripeto, un plauso al direttore Petrachi. Dove può arrivare la Salernitana? Difficile dirlo, perché molto dipenderà dalle volontà societarie».

Quali sono i giocatori di B che, finora, l’hanno impressionata di più?

«Shpendi del Cesena è un giovane interessante, che può avere un ottimo futuro. Lo stesso Bertola, a cui feci proprio io – insieme al suo procuratore Tullio Tinti – un contratto quinquennale quando ero a La Spezia e lui era un giovane di prospettiva del settore giovanile. Apprezzo molto anche Florenzi del Cosenza, che ancora non è sbocciato ma ha tutte le potenzialità per diventare un grande giocatore. Per non parlare, poi, di Laurienté del Sassuolo, uno che potrebbe giocare titolare in qualsiasi squadra di Serie A».

Le favorite per la promozione?

«Le tre attualmente davanti, che sono lì non per caso bensì perché costruite proprio in funzione di questo obiettivo, avendo anche budget robusti, tra i più alti delle squadre di Serie B. Poi nel lotto delle candidate ci metto, sicuramente, anche la Cremonese del mio amico Corini. Fermo restando che ancora è presto per fare dei consuntivi».