Medico sociale Lazio: «Non metto in quarantena 50 persone sane, è un delitto»
«Il Comitato tecnico scientifico non tiene conto della curva discendente del contagio. Quello che era vero un mese fa, adesso è cambiato tutto. In medicina va considerato il momento. Gli atleti, secondo il Cura Italia, sono assimilati agli altri lavoratori, se si contagiano contagio è visto come un infortunio sul lavoro. Ma perché, nelle fabbriche se esce un contagio non chiudono tutto, mentre se capita ad un calciatore tutta la squadra va messa in quarantena? Se decidono loro devono assumersi la responsabilità, voi mi dite che devo mettere cinquanta persone sane in quarantena, per me è un delitto, visto che sono persone sane, mi devono dire che significa. Sono volontà non mie, mi viene imposto, loro decidono ed io mi prendo la responsabilità? Io non metto in quarantena persone sane. Il Coronavirus è un’epidemia stagionale come altre in passato, basta che guardate la curva dei contagi come è scesa. Se uno è positivo non chiudono le fabbriche e non devono chiudere lo sport». Queste le parole del responsabile sanitario della Lazio, Ivo Pulcini, rilasciate ai microfoni di “Radio Kiss Kiss”, in merito alla quarantena delle squadre di Serie A.