Ecco qui di seguito le parole di Mauro Persico, medico sociale della Sambenedettese, intervenuto ai microfoni del sito ufficiale rossoblu.
«La nostra linea, e parlo anche a nome dei dottori Mario Capriotti e Paolo Verdecchia, non è cambiata. Così come non è cambiata quella della maggior parte dei medici delle altre squadre di serie C. Attualmente non ci sono le condizioni per tornare a giocare: del virus si conosce ancora molto poco. Leggo di dichiarazioni di colleghi che parlano di un virus clinicamente morto, ma non ci sono attualmente evidenze scientifiche per poterlo affermare. Di certo la situazione è cambiata, la curva dei contagi è in calo, merito probabilmente dei comportamenti messi in atto dalle persone che ora sono più attente, ma da qui a dire che siamo fuori dall’emergenza mi pare azzardato.
Non mi pare più permissivo del precedente e comunque non tiene conto della nuova situazione epidemiologica. La cosa che è rimasta invariata comunque è quella che riguarda la responsabilità anche penale del medico sociale, motivo per cui già 4-5 colleghi di serie C hanno rassegnato le proprie dimissioni ed è questa la linea che seguiremo: ci confrontiamo continuamente con tutti gli altri dottori e con il nostro portavoce, il dottor Alberto Ghezza, medico della Feralpisalò, che in questi giorni ha sintetizzato in una lettera il nostro punto di vista condiviso, che di fatto era già stato espresso anche nell’incontro con i vertici della LegaPro di qualche settimana. Poi la Figc nell’ultimo consiglio federale ha disposto la ripresa dei campionati, ignorando la nostra posizione e quella dei presidenti di serie C. Posso capire gli interessi economici non di poco conto che ci sono in A e in B ma nella nostra categoria è tutt’altra storia per svariati motivi.
Persico ha infine parlato di come il virus potrebbe avere ripercussioni anche nel prossimo campionato. “Il rischio che anche la prossima stagione possa essere segnata da stop forzati per un ritorno del virus c’è. Come già detto se ne sa ancora troppo poco, Sars e Mers sono scomparse da sole se si esclude ancora qualche isolato caso in Asia, ma questo virus presenta degli aspetti, come per esempio la rapidità di contagio, che sono completamente nuovi ed è presto per lasciarsi andare a supposizioni. L’unica soluzione è chiaramente il vaccino. Stadi a porte aperte? Secondo me passerà ancora molto tempo».