Mascherina obbligatoria? L’esperta: «Molto meglio mantenere le distanze e lavarsi le mani»
Ecco qui di seguito, secondo quanto riportato da “Palermo Today”, le parole della professoressa Alessandra Casuccio, docente di Igiene all’Università di Palermo, che chiarisce: «La mascherina non deve essere un obbligo, ma un presidio utilizzato con responsabilità. Non serve quando è possibile mantenere il distanziamento fisico dagli altri, specialmente all’aperto” e soprattutto “non deve farci sentire onnipotenti, portandoci a fare paradossalmente gesti pericolosi, come toccarsi il viso o appunto ridurre le distanze dagli altri, che sono quelli che invece ci tengono al riparo dal virus».
La regola fondamentale per proteggerci da questo virus?
«La regola principale è la distanza fisica, che non deve essere però anche sociale, associata ad un’igiene costante delle mani, lavandole o disinfettandole. Un altro punto vincente è non uscire quando non si sta bene, cosa che dovrebbe essere scontata, ma purtroppo non lo è quasi per nulla».
E la mascherina che da più parti si vorrebbe obbligatoria?
«La mascherina serve in determinati contesti e quando sappiamo che non sarà possibile con certezza mantenere la distanza dagli altri. E’ fondamentale sui mezzi di trasporto pubblico, in aerei o treni, per esempio, ma anche in locali chiusi e di piccole dimensioni».
In tanti – troppi – pensano che la mascherina li metta al riparo da qualsiasi pericolo, non è forse proprio questo il… pericolo maggiore?
«Certamente, questo è un aspetto cruciale: la mascherina non deve farci sentire onnipotenti. E’ come il casco che usiamo per andare in moto: il fatto di indossarlo non ci mette al riparo da incidenti. Quando indossiamo la mascherina dobbiamo sempre comunque mantenere le distanze e badare all’igiene delle mani».
In tanti si aggiustano costantemente la mascherina, è un gesto che espone a rischi?
«Sì, perché attraverso le mani, peggio se indossiamo pure i guanti, portiamo in realtà germi e batteri verso le nostre vie respiratorie. La mascherina deve essere ben aderente al volto e non va toccata. Va messa e tolta solo dopo essersi accuratamente lavati o disinfettati le mani».
Che tipo di mascherina bisogna utilizzare?
«Non consumiamo inutilmente il materiale che serve invece agli operatori sanitari, nella normalità le mascherine con la valvola, per esempio, che hanno oltretutto un costo elevato, sono del tutto inappropriate. Basta una mascherina chirurgica, ben aderente al viso. Protegge mediamente gli altri dal 70 per cento delle nostre emissioni. Possiamo considerarlo quindi come un gesto di altruismo che, se fatto da ogni persona quando è necessario, ci protegge tutti».
Per quanto tempo si può indossare la stessa mascherina?
«Il modello coreano prevede l’uso di due mascherine alla settimana, si può seguire questa regola e non è necessario quindi fare scorte di presidi per l’eternità. Naturalmente la mascherina va conservata con cura e, ribadiamolo, non va toccata se prima non ci si è lavati o disinfettati le mani».
Veniamo al punto cruciale: quando va utilizzata?
«Dipende da cosa dobbiamo fare. Se sappiamo che andremo in luoghi chiusi e che forse non riusciremo a mantenere la distanza fisica dagli altri è meglio indossarla. Dobbiamo considerarla, per fare un altro esempio, un po’ come un impermeabile o un ombrello che ci portiamo dietro per proteggerci in caso dovesse piovere».
Serve quando si corre o si passeggia all’aperto, sempre mantenendo le distanze?
«No, anzi quando si corre potrebbe addirittura essere un problema per la respirazione».
E al mare avrebbe un senso, visto che tra le ipotesi c’è anche questo?
«No, se si mantengono le distanze, ci si lava e ci si disinfetta le mani, non serve».
Con i bambini invece come bisogna comportarsi?
«Sarebbe meglio evitare di portare i bambini nelle situazioni che possono comportare dei rischi e nello specifico in luoghi chiusi. Con i più piccoli è più difficile controllare le distanze ed evitare, in caso indossino la mascherina, che si tocchino la faccia. La mascherina potrebbe essere necessaria se per esempio i bambini fanno visita ai nonni, visto che sappiamo che gli anziani sono soggetti particolarmente a rischio».
Dalle sue parole sembra di capire che non considera la mascherina come un presidio obbligatorio…
«Non credo vada imposta come un obbligo, deve essere semplicemente utilizzata con responsabilità nei contesti e le circostanze in cui serve realmente».
Prima faceva cenno ai guanti, li ritiene utili?
«I guanti sono infidi perché danno una sensazione di sicurezza che in realtà non garantiscono, molto meglio le mani nude e costantemente igienizzate. I guanti possono servire per esempio al supermercato, dove senz’altro toccheremo la merce sugli scaffali, ma non devono entrare a contatto con il viso, men che meno con la mascherina».
C’è un sentimento diffuso di paura in giro e non mancano rimproveri ed aggressioni verbali a chi non indossa la mascherina nei casi in cui, come ha appena spiegato, in realtà non serve…
«E’ un sentimento comprensibile, questa è una situazione molto complessa. Noi dobbiamo colpire il virus nei suoi punti deboli, prima di tutto mantenendo le distanze. La mascherina in certi casi è un’ulteriore arma. Non bisogna aver paura, ma essere razionali, capire che le regole della nostra convivenza in questa fase sono radicalmente mutate, usare l’inventiva per far ripartire le attività seguendo un nuovo modo di vivere. Ma bisogna essere sereni, sorridere. Anche quando si indossa la mascherina».