Marino: «Il Catania è stato ucciso in tempi sbagliati. Sarà difficile ripartire dalla D»
L’ex direttore dell’area scouting del Catania, Mario Marino, è intervenuto ai microfoni del “Catanista” in merito alla fine fatta dal Catania.
«È stato ucciso il calcio a Catania in modo definitivo e in tempi sbagliati – ha esordito Marino – . Non vedo prospettive future in Serie D e sento solo chiacchiere al momento. I propositi sono tanti ma alla fine servono fatti come è avvenuto a Bari con l’arrivo dei De Laurentiis. Se non si riuscirà a trovare a Catania persone passionali come Pulvirenti e Massimino, sarà difficile risalire. La scelta di staccare la spina a 20 giorni dalla fine del campionato non ha una sua logica. Sarebbe stato meglio chiudere il giorno del fallimento a dicembre. I curatori saranno bravi a fare il loro lavoro amministrativo ma il calcio è un’altra cosa. Con tre gare da disputare, gli incassi derivanti dalle due partite da disputare al Massimino e l’entusiasmo che poteva crescere con l’approdo nei playoff, sarebbe stato anche possibile trovare un investitore subito. Il Catania invece è stato trattato come un club di Eccellenza o Promozione. Negli ultime sei anni so chi ha fatto più danni al Calcio Catania. La colpa è di uno soltanto. Adesso è stato dilapidato un capitale enorme e ci vorranno 5 o 6 anni per rimettere le cose a posto. Pensate ai giovani che sono andati via. So che Aldo Napolitano, un classe 2005, ieri ha firmato con l’Hellas Verona, Cristian Cugnata, (altro 2005 ndr.) sta andando al Milan, Sebastiano Pisasale ha rifiutato il Monza e la Fiorentina, poi ci sono i vari Librizzi, D’Amore, tutti giovani che andranno in club importanti. Flavio Russo si allena col Sassuolo, e i curatori si sono opposti alla sua cessione a gennaio. E’ stato un errore clamoroso. Serie D? Non sarà facile per il Catania vincere il campionato di quarta serie visto che nel Girone I ci sono club molto attrezzati e con calciatori importanti come la Cavese, il Lamezia Terme, il Trapani, la stessa Gelbison se non va in C adesso e anche l’Acireale. Sono gli under in D che fanno la differenza, ma a Catania far giocare i ragazzi sarà difficile. Pensate come reagirà la piazza dopo un pareggio contro il Paternò. Per i tifosi rossazzurri sarà come una sconfitta e vedere un 2002, 2003 e 2004 in campo sarà difficile”. Marino conclude l’intervista parlando del suo futuro: “Non mi vedo nuovamente dietro la scrivania di questo club rossazzurro. Troppo malessere ho in questo momento nonostante abbia ricevuto la stima dei dirigenti del passato e dell’ex dt. Maurizio Pellegrino».