Marino: «C’è anche il Bari per i playoff»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta le parole di Pasquale Marino sul Bari.

Quando domenica ad Ascoli ha rivisto Fabrizio Castori, sul volto di Pasquale Marino è spuntato un sorriso. Doveva andare con lui a una cena tra allenatori a Trapani, il 9 ottobre, ma all’ultimo ha dovuto rinunciare: proprio quel giorno l’aveva chiamato il Bari. E dopo 22 mesi senza una panchina non vedeva l’ora di partire.

Bari che sapore ha? «Ottimo, una delle piazze più importanti della mia carriera, con un pubblico che non è da B. C’è voglia di tornare in alto».

Il d.s. Ciro Polito l’ha presentata a Bari come un maestro di calcio: cosa insegna oggi? «Il mio calcio propositivo, trasmettendo ai giocatori la voglia di giocare le palla, di tenere in mano il pallino. Il campionato e le partite sono fatti di momenti, se le cose non vanno subentra l’ansia che non ti fa giocare: è su quello che si lavora, seguendo uno spartito a prescindere dal risultato».

Il mercato sta completando quella rivoluzione che sarebbe stato opportuno fare dopo la finale playoff persa col Cagliari. «Gli infortuni di alcuni nuovi come Menez e Diaw hanno inciso. La società mi aveva detto che se ci fosse stato bisogno di innesti sarebbero arrivati e sono stati di parola, prendendo prime scelte come Puscas, Lulic e Kallon».

Lei a giugno al San Nicola non c’era, ma la squadra avverte ancora il peso di quella sconfitta? «E’ peggio di quando si allena una squadra che viene da una retrocessione. La delusione era generale, c’è voluto tempo per metabolizzare quella tremenda mazzata. Ma ormai ce la siamo messa alle spalle, con la mente sgombra possiamo fare il nostro calcio sbarazzino, credo di essere sulla strada giusta: non dobbiamo avere paura di vincere e riusciamo a segnare di più».

I tifosi a Bari comunque si aspettano di più e mugugnano. «Non siamo distanti dai playoff, i 4 punti in 2 partite ci hanno avvicinato. Tranquilli, non dobbiamo dipendere dagli umori ma dimostrare che la squadra lotta, corre e suda. Non ci manca nulla per arrivare ai playoff, è tutto nelle nostre mani. E poi ad aprile…».

…ad aprile si decide tutto! «E divento nonno di Edoardo. Il primo regalo sarà un pallone».