Marino: «Catania? Spero ritornino i tempi della scalata dalla B alla A. Sul calcio siciliano penso che…»

Ai microfoni di Futura Production, durante il format “Aperinews”, è intervenuto anche il tecnico dell’Empoli, Pasquale Marino, collegato dal centro sportivo del club toscano, dove si trova insieme alla squadra, in attesa di poter riprendere a pieno regime gli allenamenti e capirne di più sulla ripresa del campionato. Al di là del momento dovuto all’emergenza Covid-19, inevitabile un commento sul momento del Catania, così come qualche aneddoto legato alla sua esperienza alla guida degli etnei. Ecco le sue parole: «Per quanto riguarda l’emergenza coronavirus, siamo qui in attesa di avere l’ok dal Governo. Per il momento i ragazzi stanno facendo allenamenti facoltativi e individuali all’interno della struttura, sperando che tutto si risolva per il meglio. I nostri giocatori sono stati bravi, perché a gruppi, con le video-chiamate, si sono allenati a casa. I giocatori hanno svolto anche i test sierologici e adesso attendiamo gli esiti. Quando sono tornato ad aprile in Sicilia sono stato in quarantena almeno 25 giorni, perché ho fatto l’isolamento e, per legge, al quindicesimo giorno mi hanno fatto il tampone, il cui esito chiaramente negativo me l’hanno dato dopo dieci giorni. Adesso ci hanno riconvocato e sono di nuovo a Empoli.

A me dispiace delle difficoltà che sta vivendo il Catania e che ha vissuto anche il Palermo. Sono stato calciatore, ho fatto l’allenatore per il Catania e mi dispiace anche per persone che in questo momento hanno avuto delle difficoltà, come il presidente Pulvirenti, a cui sono molto legato. Con lui e Lo Monaco ho vissuto due anni favolosi e mi hanno dato la spinta per far la carriera che ho fatto da allenatore. Sono partito da li, perché prima avevo fatto un solo anno di B ad Arezzo e al primo anno hanno dato in mano una Ferrari a me, che ero un neopatentato. Li ringrazierò sempre. Spero che un giorno ritornino i tempi in cui abbiamo fatto una bella scalata dalla B alla A. Non posso mai dimenticare la partita di Bologna e quello che c’è stato al rientro all’aeroporto di Catania. Rimane sempre impressa nella mente quella giornata».