Maresca in sala stampa: «Ero con due piedi fuori, adesso voglio giocare. La crisi del Palermo non mi spaventa»
Essere anziani è spesso sinonimo di saggezza. Sicuramente è così nel caso di Maresca, il più grande in termini di età anagrafica dopo capitan Sorrentino nel Palermo. La storia di Enzo in rosanero ha vissuto diversi alti e bassi, ma la sua esperienza gli ha permesso di superare ogni momento di difficoltà, sia personale che di squadra. Oggi il Palermo non vive un periodo roseo, allo stesso tempo il numero 25 è riuscito a trovare spazio solamente in due occasioni e reclama più spazio. Di tutti questi argomenti e di tanti altri il diretto interessato ne ha discusso questo pomeriggio in conferenza stampa. Ecco tutte le dichiarazioni di Maresca, raccolte da Ilovepalermocalcio.com.
DALLA POSSIBILE CESSIONE AL REINTEGRO «Dopo l’infortunio subito lo scorso anno contro la Roma a fine gennaio, mi è stato detto dalla società che avrei giocato poco da lì alla fine del campionato, perché essendo quasi salvi l’interesse era di valutare gli altri ragazzi in squadra. In estate, poi, il Palermo mi ha detto che avrebbe puntato sui giovani, io non essendolo di fatto mi sono ritrovato con due piedi fuori dal progetto. La situazione successivamente è nuovamente cambiata e sono rientrato in gruppo. Il rapporto con la squadra e con tutti è sempre lo stesso, posso solo ringraziare tutti quanti. A quest’età ci può stare che mi possa allenare a parte o coi ragazzini, fa parte del calcio. Se c’è stata la possibilità di un trasferimento? Qualcosa riguardo l’estero e gli USA c’è stato. Sono stato anche vicino al ritorno in Spagna. Ma se chiedete al presidente vi dirà che quando mi ha prospettato la possibilità di andar via io gli ho risposto che volevo rimanere. Io a Palermo mi sono trovato sempre bene, mi sarebbe dispiaciuto andare via».
ASSENZA DALL’UNDICI TITOLARE «Sul fatto che non gioco, c’è un allenatore che fa delle scelte. Ha valutato così, ma il campionato è appena iniziato. Io sto bene fisicamente, ovviamente sono incazzato perché non gioco, come qualsiasi giocatore che non scende in campo. Sicuramente l’età mi ha aiuta nell’affrontare queste situazioni di entrata e uscita dai progetti della società. Mentalmente sono pronto, ovviamente qualche momento particolare c’è stato. Sono passato da salvatore della patria a quasi un peso, non è bello ma capita. Se posso essere di nuovo un salvatore della patria? Posso dare una mano alla squadra. L’allenatore quando prepara la formazione la prepara per vincere. Se ha deciso così penso sia giusto così. L’anno scorso al di là dell’avversario quando mi è stata data l’opportunità ho sempre dimostrato di essere pronto. Perché gioca Jajalo e non io? Non sono l’allenatore, non posso parlare di tattica. A quello ci pensa il mister».
SUL MOMENTO DI CRISI DEL PALERMO «Questa è una squadra che seppur con lo stesso allenatore da due anni è per 5-6 undicesimi nuova rispetto all’inizio della scorsa stagione. Per tale motivo sono normali gli alti e i bassi. Non bisogna solo pensare all’assenza di Dybala ma anche a quella di Barreto, Munoz e Morganella. La vittoria dà un buon odore e fa avvicinare tutti, la sconfitta puzza. Facendo un’analisi completa io non vedo nulla di grave. Quando vai verso una cosa sei solo, una volta raggiunta sembrano tutti con te. All’interno dello spogliatoio è stato fatto un buon lavoro. L’anno scorso c’erano tanti giocatori che stavano qui da diversi anni. Quest’anno in tanti sono nuovi. Non è facile entrare e far bene. Le difficoltà che stiamo avendo sono sempre le stesse. L’obiettivo è sempre la salvezza, se lo facciamo con due-tre giornate d’anticipo non sarà certo un miracolo ma sarà comunque una stagione positiva».
SU IACHINI E SULLA PARTITA CONTRO IL BOLOGNA «Se al “Dall’Ara” giocheremo per salvare il mister? Giocare per l’allenatore e per noi dovremmo farlo sempre. A Bologna dovremo entrare in campo con uno spirito diverso rispetto alle ultime partite, ma questo dovremmo farlo a prescindere. Non so se la partita coi rossoblu sia uno spartiacque. Non siamo l’unica squadra in difficoltà. Dobbiamo saper reagire. Ora di pranzo? Sicuramente qualcosa cambierà dal punto di vista dell’alimentazione visto che giochiamo alle 12.30, ma anche il Bologna dovrà adattarsi. Ovviamente spero di giocare contro il Bologna, sarà una partita bella tra due squadre in difficoltà».
RAPPORTO CON TECNICO E PRESIDENTE «Sono molto legato a Palermo. La forte convinzione di poter essere ancora utile, la fiducia e la stima dell’allenatore nei miei confronti mi ha legato a questi colori. So che non gioco e può sembrare un paradosso ma il mister ha fiducia in me. Con Iachini ho una relazione di trasmissione reciproca. Gli ho sempre detto ciò che penso. La stima principale ovviamente viene dimostrata quando vieni messo in campo. Poi ci sono altri tipi di fiducia, l’importanza della tua esperienza, l’essere importante per la crescita dei giovani. Col presidente ho sempre avuto un rapporto diretto. Mi ha detto che non facevo parte del progetto, poi con la stessa franchezza mi ha comunicato che ero stato reintegrato. Rinnovo? È prematuro e nemmeno prendo in considerazione questa possibilità perché in primis viene la squadra. Poi si vedrà».
GILARDINO E BRUGMAN «Sia che ti chiami Gilardino o che ti chiami Messi non cambia nulla, se sei indietro di condizione di due mesi devi recuperare. Alberto ha sempre segnato in carriera e lo farà anche qui. L’ho anche detto a lui. È un bravissimo ragazzo e un grande professionista, farà bene anche qui. Ha bisogno di recuperare e ha bisogno di essere coccolato dai tifosi, dai giornalisti. Il gol contro la Roma gli darà slancio. Con Brugman vado d’accordissimo. Il Palermo a mio parere ha in casa il futuro regista dei prossimi 10-12 anni se lui vuole e se il Palermo vuole. Io ho molta stima di lui, anche lui deve raggiungere il massimo della condizione ma può fare veramente bene».