Marco D’Aubert, il tifoso rosanero a Wembley: «Noi tifosi palermitani esistiamo sempre! Sogno di guidare il pullman della squadra»
Durante la partita Italia-Austria non è passata inosservata l’immagine del tifoso rosanero esultante sugli spalti di Wembley con la maglia del Palermo. Quest’ultimo era Marco D’Aubert, il quale ha raccontato ai microfoni di “Ctsnotizie”, l’emozione e l’orgoglio di una serata per lui davvero indimenticabile:
«La maglia me l’aveva regalata Ilija Nestorovski, che ho conosciuto qualche anno fa a Palermo. Ero riuscito a trovare, e regalare ad un suo amico, un biglietto per la partita Arsenal-Napoli. Quando scesi in città, per ringraziarmi mi diede la sua maglietta. Ancora oggi di tanto in tanto ci salutiamo via Messenger e prima della gara dell’Italia gli ho scritto dicendogli stavo andando a Wembley con la sua maglia sicuro che qualcuno l’avrebbe vista. Sapevo che il mio posto allo stadio era dietro la panchina dell’Austria e che il Rosa spicca sull’azzurro, ma non mi aspettavo tutto questo clamore. C’è stata tanta gente che si è congratulata con me, in tanti si sono emozionati e commossi, anche se ho letto qualche commento cattivo sul mio aspetto fisico per via della pancetta. Ma il motivo per il quale ho messo la maglia del Palermo è perché ho voluto dare un conforto a tutti i tifosi rosanero che hanno quasi perso la fiducia di vedere presto la nostra squadra giocare in questi palcoscenici prestigiosi e per far capire che noi esistiamo sempre, lo testimonia anche il fatto che chi ha giocato nel Palermo non lo dimentica mai. Il mio sogno? Sono un autista e piacerebbe guidare il pullman del Palermo. Ci ho provato. Ho mandato una mail ad Eugenio Labisi scrivendogli che parlo 3 lingue e che faccio questo mestiere. Con le condizioni giuste tomerei a Palermo a piedi anche domani. Senza pretendere troppo, ma vorrei un lavoro sicuro. Perché a meno di un colpo di fortuna, ricchi non ci diventiamo, questa è una cosa che ho imparato. Non è facile, ma vorrei tornare. Della nostra città mi manca la nostra cultura, il nostro essere accoglienti, la movida in generale. E poi il clima, il mare ed il nostro sole».