L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla marcia del Palermo.
Un allenatore, si sa, ha bisogno di tempo per incidere. Baldini, in questo caso, non fa certo eccezione. Lo dicono i numeri, su cosa sia stato il suo «primo» Palermo e su cosa sia diventata oggi la sua squadra. Spaccando a metà la sua gestione, ne viene fuori un rendimento a due facce. Fino a tutto febbraio al di sotto delle aspettative, poi una marcia da capolista, con tanto di rimpianti per i tre pareggi di fila ottenuti in sfide alla portata dei rosa. Se oggi il Palermo può tenere acceso ancora un lumicino di speranza per il secondo posto, però, è proprio grazie ai risultati dell’ultimo mese, con una media punti addirittura superiore a quella avuta dal Bari in tutta la stagione.
Paragonare un intero campionato con sole otto partite non porta a granché, ma fa capire dove sia arrivata la svolta per gli uomini di Baldini. Nelle prime otto partite sotto la gestione del tecnico toscano, il Palermo ha raccolto 12 punti. Una media di 1,5 punti a partita, inferiore a quella avuta da Filippi prima dell’esonero (33 punti in 20 gare, incluso l’ormai cancellato derby di Catania, per una media di 1,65 punti a partita). Un rendimento che metteva in forte dubbio gli effetti del cambio in panchina, almeno fin quando l’altalena di risultati non si è fermata. Lì in mezzo, infatti, ci sono i pareggi con Campobasso e Messina, ma anche le sconfitte con Foggia e Virtus Francavilla, a ribadire quanto i rosa non avessero ancora metabolizzato le novità tecniche, cadendo spesso negli errori che in passato erano costati il posto al predecessore di Baldini.
La scintilla, paradossalmente, è scoccata proprio nel momento più difficile. In quei pareggi con Fidelis Andria, Potenza e Paganese, quelle occasioni buttate al vento in cui il Palermo avrebbe potuto mettere al sicuro il secondo posto, lì è nata la convinzione di poter far meglio. Perché quei tre segni «X» arrivano dopo due successi consecutivi, uno pressoché obbligato contro una Vibonese in disarmo e l’altro fondamentale per restare agganciati al treno della fase nazionale, in casa di un Avellino fino ad allora mai sconfitto tra le mura amiche. Un successo che ha fatto volare troppo in alto la testa dei rosa, con esiti ben noti. I tre pareggi di fila contro squadre in piena zona play-out hanno riportato il Palermo sulla terra, provocando anche la sfuriata di Baldini nei confronti dei «musi lunghi» che, da allora, sembrano essere spariti.