Il Ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, intervistato da “GQ”, ha parlato così: «Pensiamo a qualificarci al prossimo Europeo e disputarlo alla grande, io gioco sempre per vincere. Ma confesso che l’idea del prossimo Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa. Balotelli? Provo affetto per lui, è ovvio, ma il suo ritorno in azzurro ha motivazioni esclusivamente calcistiche. Mario ha soltanto 28 anni, e quindi fa ancora in tempo a prendersi tutte le soddisfazioni che desidera perché al suo background fisico e tecnico ha aggiunto l’esperienza. È cresciuto in tutti i sensi. Considerato che la Nazionale è destinata a perdere, subito o nel giro di un paio d’anni, lo zoccolo duro che ci ha tenuto a galla fino al flop con la Svezia, ho bisogno di nuovi leader. Mario ha l’età e la credibilità tecnica per farlo, e per fortuna non è l’unico. Chiesa? Ogni tanto mi fermo a osservarlo, perché con lui viaggio nel tempo. Federico è identico al papà Enrico, le stesse finte, la stessa accelerazione, un tiro molto simile. Quest’anno ha segnato poco in relazione alle potenzialità, ma è il classico talento che può esplodere in qualsiasi momento anche dal punto di vista realizzativo. Io me lo aspetto».