Nell’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”, è possibile leggere la riflessione di Moreno Mancin, ricercatore di economia aziendale presso il dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e professore aggregato di Economia delle Aziende Sportive, che ha parlato a proposito della cessione del Palermo Calcio al gruppo londinese. Ecco le sue parole: «Società creata ad hoc per l’operazione? Che sia stato costituito un veicolo è normale, spesso succede in questo tipo di operazioni. Se però questo veicolo risponde ad una società quotata, allora l’operazione va resa trasparente. Perchè al di là dei vari sistemi di controllo, questa operazione dovrebbe essere già riportata nella trimestrale o addirittura nel bilancio annuale». Sui 22,8 milioni che dovrebbero rientrare da Alyssa: «Il modo più semplice, chiaramente, sarebbe il pagamento del debito. Non che ci siano alternative, il Palermo deve riscuotere il credito. Bisognerebbe capire i termini dell’operazione che hanno visto il trasferimento di Mepal da Alyssa ai nuovi acquirenti, perchè quest’ultima deve i 22,8 milioni al club. Il vero problema, è abbastanza evidente, è che da quel marchio si sono prodotti solo dei passaggi da una mano all’altra al fine di coprire perdite a bilancio. E la società, senza il marchio, non può operare. Per questo credo che nel passaggio di proprietà, oltre al Palermo, sia stata inclusa Mepal. Una volta che entrambe le società sono passate di mano, Alyssa dovrebbe incassare il valore del marchio. Se entrambe sono state cedute a dieci euro, però , non vedo come possa esserci un grande giro di denaro».