L’edizione odierna di “Brescia Oggi” riporta una lunga intervista a Maifredi il quale si sofferma a parlare di Brescia-Palermo e di Corini.
Gigi Maifredi abbraccia tutto il panorama del calcio bresciano: dalla Serie A ai dilettanti non c’è mondo, non c’è panchina che non abbia frequentato. Domani al Rigamonti c’è Brescia-Palermo ed è giusto sentire colui che, parole sue, «ha il sangue biancazzurro fin dalla nascita» e che conosce meglio di tutti il tecnico avversario, Eugenio Corini da Bagnolo Mella, per averlo allenato alla Juventus nella stagione 1990-91.
Maifredi, com’era il Corini giocatore della Juve a 20 anni? «Era un Genio, il mio Genio. E giocava in un ruolo, il regista, che gli permetteva di fare l’allenatore già da calciatore. Corini ha l’esperienza, la conoscenza di tutto quello che riguarda il campo».
Quindi in Brescia-Palermo avrà il cuore diviso a metà? «Ma ci mancherebbe altro! Sono nato nelle giovanili del Brescia, ho sangue biancazzurro dall’inizio della mia vita. Fin da bambino sognavo di vedere il mio nome nelle convocazioni: è un vissuto che altri non hanno. Quando ho allenato la Juventus, la prima cosa che ho fatto è stata un’amichevole a Brescia. La dimostrazione dell’attaccamento alla città e al club».
Come sta vedendo il Brescia? «Da quando c’è un allenatore vero in panchina, è competitivo. Non è la migliore del campionato di Serie B, ma da quando la guida Maran ha fatto partite belle e altre meno, però è sempre stata in campo nella maniera giusta, da squadra. La rosa non è stata rinforzata ma nemmeno indebolita al mercato di gennaio. Bisogna dire chiaramente che il Brescia non è male. Prima sembrava un’Armata Brancaleone, ma Maran le ha dato un ordine e soprattutto ha fatto emergere il vero valore dei giocatori».
Quale sarebbe? «Ce ne sono di ottimi per la Serie B. A parte Cistana, che spero rientri presto, in difesa Adorni sembra recuperato definitivamente alla miglior forma. Il centrocampo è come pochi: in B chi ha gente di valore come Bisoli, Van de Looi, Paghera, Bjarnason, Bertagnoli? Inoltre Borrelli, Bianchi e Moncini non sono attaccanti banali».
E i portieri? «Lezzerini e Andrenacci sono infortunati, Avella però è una bella scoperta. All’inizio tutti e 3 erano un punto di domanda, ma finora ognuno di loro ha fatto la sua parte».
Quindi il Brescia non deve limitarsi a puntare alla salvezza? «Stiamo scherzando? Bisogna cancellare definitivamente questi limiti, che non esistono per un gruppo del genere. Se torneremo a lottare per non retrocedere, significa che tante cose sono tornate ad andare male. Ma questo Brescia non può essere minimamente preoccupato per la salvezza, anzi deve alzare l’autostima e mirare più in alto. Ha un ottimo allenatore e buonissimi giocatori per la B. Va bene che la paura fa 90, ma quest’anno non mi sembra il caso di lasciarsi vincere da chissà quali timori».