Macalli: «Serie C élite e semi-pro? Scavate la fossa. Io farei diversamente…»

Mario Macalli, ex presidente della Serie C per quasi vent’anni tra il ’97 e il 2015, si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio. Queste alcune sue parole: «I presupposti della Lega Pro sono di fermare il campionato, più per necessità che convinzione. Con le disposizioni che sono state preparate, il calcio di Serie C non si può attuare anche perché ci sono regioni messe male sotto il profilo del virus. L’unica via è quella di fermarsi, secondo il mio parere c’è da farlo immediatamente. In Serie A abbiamo due televisioni, DAZN e Sky, che ritengono di non dover pagare le quote per le partite non disputare, e parliamo di quasi 400 milioni di euro. Il virus ha fatto scoppiare la verità dei bilanci, che prima si poteva nascondere con l’ingegneria finanziaria. Ci provano a giocare, per questioni sportive, e in parte è anche vero, ma soprattutto per evitare l’enorme danno economico. Se mancasse poi quell’importo, sarebbero danneggiate a cascata anche le serie inferiori: è un disastro, per tutti. Sotto il profilo politico non vedo grande intenzione di far riprendere il campionato. C’è la Juventus poi che ha Dybala ancora positivo, che si vede partire i vari De Ligt, Ronaldo e Douglas Costa senza far niente per farli tornare, fa pensare che non riprenderanno. Gravina? Tramite il proprio comitato ha creato e mandato il protocollo alla politica per riprendere questo campionato, sotto pressione anche della UEFA. In Europa però la Francia ha detto che non gioca più, altre si fermano mentre c’è chi vuole ripartire. La posizione del presidente federale è complicatissima: davanti ha una Lega che a parole diceva di voler ripartire, ma in realtà la metà di loro neanche vuole mettersi i calzettoni. Qui è cambiato il mondo, se un appassionato di calcio guarda dentro se stesso gli viene da piangere: è uno sport di contatto, che vive del calore dei tifosi. La paura è tanta, e questo mi fa venire dubbi: finché non arriverà il vaccino vivremo in un nuovo mondo. Giocando continuamente a porte chiuse, non sarebbe più calcio. Io più che adesso, poi, mi preoccuperei di pensare alla prossima stagione. Ripristinare la C2 sarebbe l’errore fondamentale. Parliamoci chiaro: secondo lei una squadra di Serie D, con cinque allenamenti la settimana e gente che prende 100.000 euro, è davvero dilettante? Il dilettante deve fare il dilettante, non il professionista di terzo livello. La riforma che ho fatto io a 60 squadre, se andate a leggervela, non è mica stata applicata. I bilanci c’è scritto di controllarli prima, ma quando mai l’hanno fatto? Saltano società indebitate in maniera paurosa dopo 3 mesi e nessuno aveva visto niente..»