Lupo: «Palermo, Dionisi è un grande colpo. Regista fondamentale nelle sua squadre»
L’ex ds rosa portò il tecnico al Venezia: «Andai a vedere come lavorava all’Imolese e mi impressionò subito. Anche De Sanctis può fare bene»
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un’intervista all’ex rosa Fabio Lupo il quale ha parlato di Dionisi.
Fabio Lupo, ex direttore sportivo del Palermo e colui che ha scoperto Alessio Dionisi all’Imolese, racconta come è nata l’idea di puntare su di lui nel 2019 e perché ha deciso di affidargli subito una panchina importante come quella del Venezia in Serie B.
Direttore, come è nata l’idea di voler puntare su Dionisi nel 2019? Come l’ha scoperto e perché ha pensato di dargli subito fiducia?
«La sua Imolese aveva un’idea di gioco, un 4-3-1-2 che faceva molto bene entrambe le fasi. Mi incuriosiva e sono andato tre giorni a vedere gli allenamenti per capire i suoi metodi e lì mi è piaciuta molto l’organizzazione dell’allenamento, la gestione dei giocatori all’interno della seduta di lavoro. Queste cose mi hanno convinto che potesse essere un allenatore pronto per la Serie B e quando ho avuto l’opportunità, l’ho chiamato».
Tra l’altro quella stagione il Venezia era in bilico tra la B e la C e anche grazie al fallimento del Palermo i lagunari vennero ripescati…
«Sì, è vero, ma io a Dionisi l’avevo preso a prescindere tanto che lui non aveva ancora il patentino per allenare in B in quanto convinti di fare la C. Ma sapevo che anche in caso di Serie B lui sarebbe stato all’altezza e infatti l’ha dimostrato».
Quali sono i suoi punti forti?
«Dionisi è un allenatore che ha dei principi di gioco ben precisi, è molto bravo in allenamento. Le sue sedute sono molto coinvolgenti, si crea una sorta di circolo virtuoso in cui la squadra da un lato apprende e dall’altro si diverte».
In quel Venezia c’erano giocatori che ritroverà qui a Palermo come Di Mariano e Ceccaroni…
«Di Mariano in realtà ebbe qualche difficoltà perché da un punto di vista tattico lui è un tipo di giocatore che si esprime sulla fascia e con il 4-3-1-2 fu un po’ penalizzato tanto che a gennaio l’abbiamo dato alla Juve Stabia. Ceccaroni, invece, è stato per noi molto determinante. Lui arrivò per l’infortunio di Marino e la sua duttilità ci fu di grandissimo aiuto, perché fu utilizzato anche come terzino sinistro. Per Di Mariano adesso non penso sia un problema perché Dionisi ha utilizzato sistemi tattici che prevedono l’utilizzo anche di esterni».
Qual è il ruolo più importante per sviluppare al meglio l’idea calcistica di Dionisi?
«Il play. Quello è un giocatore importante. Indipendentemente dal sistema di gioco che andrà ad adottare, visto che lui non è un integralista, il palleggiatore diventa fondamentale. Il palleggio è una delle caratteristiche del calcio di Dionisi».
Si aspettava Dionisi protagonista anche in Serie A?
«Non avevo dubbi perché lui nella quotidianità mi ha stupito, ha messo in mostra una personalità nella gestione di questioni complicate che mi hanno fatto percepire che lui avrebbe fatto carriera».
Da ds, qual è la sua idea su De Sanctis?
«Sono contento per Morgan, a Salerno sono stati anni tosti per lui. È una persona seria, di buonsenso. Lo conosco dai tempi del settore giovanile del Pescara, quando lui aveva solo 17 anni. Con Dionisi formerà un’accoppiata di ottimo livello, capace di integrarsi seppur nel rispetto delle loro personalità».