«Non ci riuscirò mai a metabolizzare l’esonero. Non c’è nessuna ragione. Questo non significa che non abbia fatto degli errori. Ma per il contesto nel quale ho lavorato e la tempistica questo esonero non ha senso. Se non quello di punirmi, magari per l’eccessiva autonomia. Ma sicuramente non per il contenuto del mio operato. Il lavoro di un direttore sportivo non va visto per due partite, ma va valutato a trecentosessanta gradi nella capacità di gestire situazioni extra calcistiche, l’organizzazione dello scouting, la valorizzazione del settore giovanile con il quale la collaborazione è stata proficua. Un lavoro di chi aveva in mente una programmazione a medio lungo termine». Queste alcune dichiarazioni di Fabio Lupo ai microfoni di “TMW”.