L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle certezze a disposizione di Silvio Baldini.
C’è un’unica certezza nei piani di Silvio Baldini. E si chiama Brunori. Poco importa che sia in prestito e che il suo contratto con la Juve scada nel 2024: l’attaccante resta confermatissimo al centro dell’attacco perché assolutamente necessario e con caratteristiche uniche. Sarà vero, come scrivono in molti, che il Palermo è precipitato in un mare di insicurezze. Ma con il nuovo allenatore la scritta “Don’t shoot the pianist”, “ Non sparate sul pianista”, avvertimento dei proprietari dei saloon che cercavano così di salvare i pochi i musicisti disposti a lavorare nel West, non vale.
Il messaggio Baldini l’ha praticamente incollato negli spogliatoi dopo i primi allenamenti dai quali emerge la consapevolezza che tutti sono in discussione e contemporaneamente teorici titolari: dai difensori in soprannumero, ai centrocampisti che debbono ritrovare fiducia, collocazione, rendimento e gol, agli esterni e ai trequartisti che cercano identità e spazi d’inserimento. Tutti in gioco e in pericolo, tutto da rifare senza neppure tenere conto delle indicazioni finora suggerite dal campionato. Come tornare al primo giorno di ritiro. Con l’unica eccezione, appunto, di Brunori che non si tocca e, con qualsiasi modulo, rappresenta la base di riferimento per la manovra offensiva.
Ed è anche logico. Come mettere in dubbio il bomber che ha segnato sette gol e confezionato tre assist? Chi potrebbe mandarlo in panchina? Se il Palermo si trova ancora a inseguire un sogno, il protagonista è lui. Se va in gol, arrivano i tre punti ( soltanto un pareggio al debutto come goleador): 19 con la sua firma più altri tre con passaggi decisivi. Totale 22 su 33. Il problema si presenta quando si blocca. Dal 12 dicembre, ultimo suo digiuno, la squadra ha collezionato due sconfitte e un pareggio senza segnare una sola rete.