Ludos Palermo, Dragotto: «Palermo? Non ci ha fatto mancare niente. Il Calcio Femminile al sud…»

Ai microfoni di “Cartellino Rosa”, è intervenuta Chiara Dragotto, bomber della Ludos Palermo con cui ha già segnato 15 goal nel corso della stagione. Ecco qui di seguito l’intervista.

Com’è nata la tua passione per il calcio? Ci racconti un po’ della tua carriera?

«Fin dai primi passi ho sempre giocato con il pallone. Era il mio gioco d’infanzia. Eravamo io, il pallone e il muro. Poi attorno ai 10 anni ho iniziato a giocare con i ragazzi del quartiere in oratorio o in strada. Un giorno ho accompagnato dei miei amici che dovevano fare un provino in una scuola calcio perché serviva uno in più. La Ludos mi contattò verso settembre e da allora gioco per questa maglia. Mi è capitato solo per due anni di giocare a Capo D’Orlando ma per il resto della mia carriera sono rimasta qui a Palermo».

Una vita passata a lottare per il Palermo insomma…

«La maggior parte di noi ha fatto questa carriera. C’è qualche ragazza nuova ma c’è uno zoccolo duro che veste questa maglia da 10 anni. Questo è un punto di forza della società, aver creato in una decade un gruppo squadra per quello che è adesso il mondo del femminile. Oltre ad aver avuto la fortuna di avere come mister Antonella Licciardi, una donna di calcio».

Oltre la maglia, la rosa è legata dal fatto di essere siciliana DOC. Rappresentate con orgoglio la vostra città e la vostra isola?

«Nel corso degli anni abbiamo sempre parlato della forza delle ragazze del sud, in particolare della forza della Sicilia. Molte ragazze partite dalla stesse Ludos sono arrivate poi in massima categoria. Non siamo tantissime a giocare noi siciliane ma c’è buona qualità».

Spesso si sente dire che il Calcio Femminile al sud è un po’ indietro rispetto al nord. A volte che addirittura la Federazione lo lascia un po’ in disparte. Tu come la vedi?

«Parlando di Serie C, il nostro girone è sempre stati negli anni un po’ trascurato rispetto agli altri. Ci sono molte ragazze davvero brave all’orecchio di tutti. Purtroppo però ce ne sono tante che hanno cambiato sport e sono passate al futsal o addirittura hanno dovuto smettere nonostante il grande talento a causa della mancata visibilità o di un mancato supporto. Non è che siamo bistrattate ma è una questione di mancanza di visibilità».

Spesso magari si fa l’errore di guardare solo ai gironi del nord pensando che solo lì si trovano le calciatrici migliori…

«Il livello al nord è molto alto, sfidando le squadre migliori finisci sotto le luci dei riflettori. Ma non per questo nel Girone D ci sono ragazze di scarto, ci sono molte giocatrici molto brave che negli anni hanno lasciato il segno. Quest’anno in Coppa Italia abbiamo affrontato il Como. Quella partita forse ha aiutato a superare un po’ lo scoglio. Quando sono arrivate qua a Palermo per la Coppa Italia gli abbiamo portato una sorta di riverenza essendo prime nel Girone A. Dopo il primo tempo eravamo ancora sullo 0-0 con un rigore sbagliato sulle nostre spalle. Lì abbiamo capito che fino a quando non ti ci scontri non puoi capire realmente il valore di una squadra, lo devono dimostrare in campo se sono più forti di noi. In quell’occasione abbiamo tirato fuori il nostro animo battagliero del sud per far vedere di cosa eravamo capaci».

Secondo te dimezzare i gironi della Serie C può aiutare a far crescere il livello e magari permettere alle squadre del vostro girone di attirare maggiore attenzione?

«Per noi ragazze sarebbe un valore e uno stimolo in più. Il problema è più che altro per molte società che preferiscono giocare nella propria zona per evitare costi troppo eccessivi. Nella mia carriera non ho mai giocato sopra l’Abruzzo. Mi è capitato in Coppa di sfidare la Fiorentina l’anno del suo scudetto, per me era la partita della vita. Abbiamo perso ma non volevamo che la partita finisse, volevamo continuare a giocare e a divertirci perchè non sapevamo se avremmo avuto un’altra occasione di affrontarle. Tagliando il campionato in due gironi si potrebbero anche ridistribuire le forze. Non è detto che chi è più forte è al nord o se sei forte devi lasciare il sud».

In campionato al momento dello stop dei campionati eravate seconde in classifica. Siete soddisfatte o puntavate a qualcosa in più?

«Noi soddisfatte non lo siamo quasi mai, siamo spinte anche dallo staff a migliorare sempre. Abbiamo iniziato la stagione consapevoli che l’anno prima avevamo fatto un’ottima stagione e sapevamo di poterci ripeterci per provare a puntare in alto. Purtroppo le prime giornate le abbiamo steccate ma non abbiamo mai smesso di crederci puntando a rimanere attaccate alla corsa promozione fino alla fine Ne noi ne la società ci aveva detto di arrivare per forza prime. Volevamo finire il campionato limando i vari errori commessi durante la stagione, siamo un gruppo maturo e possiamo solo imparare dai nostri sbagli».

A proposito di goal, qual è la rete più bella che hai segnato con la maglia del Palermo?

«Ce ne sono due e nella stessa partita, quella contro il Salento Women di quest’anno. Il primo per azione corale che ci ha portato sul 2-0, viene da un doppio scambio con Bassano e in tuffo di testa segno. Il secondo è simile come azione ma alla fine colpisco la palla praticamente con in tacchetti, questo mi piace un po’ di più perchè legato alla mia voglia di fare goal, mi sono lanciata su quel pallone con la voglia di arrivarci a tutti i costi. Inoltre era un derby del sud che noi sentiamo molto».

Da quest’anno la Ludos è affiliata al Palermo. Cos’è cambiato rispetto agli anni scorsi?

«Il Palermo ci ha messo a disposizione tutto. Non ci ha fatto mancare niente. Siamo state messe alla pari dei ragazzi. C’è calciatrice e calciatore sullo stesso piano. Da persona e non come tesserata c’è solo da fare un applauso a loro lavoro. Anche lo sponsor Rio Casa Mia mi ha fatto sentire coccolate venendo a sostenerci sempre. Quest’anno è stato fatto un passo importante per il nostro futuro e per quello del Palermo. Dietro c’è anche un’ottimo settore giovanile pieno di ragazzine veramente forti. Il futuro del palermo è in ottimi piedi».

L’affiliazione ha attirato nuovi tifosi sugli spalti?

«All’inizio della stagione c’erano i soliti amici e parenti. Poi con il passare delle domeniche vedevamo la gente aumentare di numero. Anche perchè il Palermo ha coinvolto le televisioni private della provincia che ci hanno trasmesso facendo così appassionare la gente. Alcune persone sono venute a farci i complimenti per il gioco espresso. Vedere che ci sono tifosi che prendono la macchina e vengono fuori Palermo per vederti giocare è davvero bello. Se non ci fosse stato il Palermo tutto questo movimento non l’avremmo mai visto, ci ha dato due ali belle grosse per volare. Sicuramente vedi un gioco più pulito. Qua si gioca perchè ti piace giocare. I nostri sacrifici non sono realmente sacrifici, perchè siamo felici di affrontarli. Stare sotto il sole, la pioggia o la grandine a noi piace. Se la gente capisce che lo facciamo per pura passione perchè noi ci divertiamo, poi è più invogliata a guardarci».