L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’Italia al Barbera.
Con i piedi a Palermo, con la testa in Qatar. La nazionale di Mancini, al «Barbera», si gioca il biglietto per tornare ai Mondiali otto anni dopo la delusione in Brasile. Da quel morso di Suarez ne sono cambiate, di cose: Chiellini c’era allora e ci sarà oggi, anche se non sarà in campo, a differenza di Immobile che sarà presente al centro dell’attacco azzurro, oggi come allora a Natal. Nel mezzo, le lacrime di San Siro nel play-off perso con la Svezia, l’inizio dell’era Mancini col record di imbattibilità e la gioia di Wembley, quella della finale dell’Europeo vinta ai rigori contro gli inglesi. Rigori benevoli a Londra, rigori da incubo a Roma, dove Jorginho dagli undici metri ha mancato la più ghiotta delle occasioni per staccare il pass Mondiale, contro la Svizzera. Sbagliò anche contro l’Inghilterra, a dirla tutta, ma lì le parate di Donnarumma valsero il secondo titolo continentale alla Nazionale italiana, chiamata stasera a scongiurare il secondo Mondiale consecutivo senza il tricolore.
Niente esperimenti, perché stasera (calcio d’inizio alle 20.45) ci si gioca tutto, specialmente contro una squadra come la Macedonia del Nord che negli unici due precedenti ha sempre fatto patire gli azzurri. Ma stavolta l’Italia ha un’arma in più: i 36 mila del «Barbera» che proveranno a trascinare la banda di Mancini alla seconda partita decisiva. In difesa, senza Di Lorenzo, la fascia destra sarà presidiata da Florenzi, con Emerson sul lato opposto. Il terzino del Lione, con un passato tra le fila del Palermo, potrebbe finire curiosamente per aver disputato più minuti al «Barbera» in azzurro che in rosanero: nella stagione 2014/15, giocò solo 65 minuti nelle gare casalinghe della squadra allora guidata da Iachini.
L’unico dubbio, Mancini, se lo riserva al centro della difesa. Bonucci non è ancora pronto per scendere in campo e Chiellini va verso una panchina preventiva, in vista dell’eventuale turno finale contro la vincente tra Portogallo e Turchia. Con l’interista Bastoni, dovrebbe toccare al romanista Mancini, favorito nel «derby» col laziale Acerbi. Poche sorprese, per il resto, tra centrocampo e attacco: Jorginho in cabina di regia sarà coadiuvato da Barella e Verratti, in avanti invece spazio al tridente campione d’Europa formato Berardi, Immobile e Insigne. Con loro l’Italia è tornata sul tetto continentale e con loro l’Italia vuole tornare a giocarsi un Mondiale, pur sapendo di dover superare due scogli da non sottovalutare.