L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Luca Toni in merito all’eventuale cessione del Palermo agli sceicchi del City.
«Se uno sceicco decide di comprare un club come il Palermo vuol dire che ha in mente qualcosa di grande. Un progetto importante per una città che merita di ritornare presto in Serie A». A Palermo lo chiamavano «Lucatoni», tutto attaccato. Luca Toni era un idolo, era il centravanti da top club. Trenta gol in Serie B nella stagione 2003-04: promozione conquistata dopo trentuno anni infiniti. Altri 20 centri l’anno dopo, in Serie A: qualificazione in Europa. Era il Palermo di Francesco Guidolin e Maurizio Zamparini. Marcello Lippi lo chiamò subito in Nazionale e Toni, alla seconda presenza, settembre 2004, proprio alla Favorita rispose con un gol alla Norvegia nelle qualificazioni mondiali: quella sera lo stadio sembrò venir giù.
Cosa significa l’interesse dei proprietari del City per un club come il Palermo? «Che qualcuno vuole investire seriamente in una piazza importante. Dove servono soldi per risalire. Mi sembra una bella notizia».
Ancora uno straniero… «Trovarlo un presidente italiano disposto a spendere così e subito… Non vedo problemi: questo è il futuro e faremo bene ad abituarci. Piuttosto, teniamoci stretto un proprietario o un fondo disposti a spendere per rimettere in piedi un club».
Palermo, c’è lo Sceicco. I retroscena della trattativa