Luca Toni: «Palermo agli Emiri per essere grande. Nuovo Leicester italiano? Perché no?»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Luca Toni in merito all’eventuale cessione del Palermo agli sceicchi del City, ma non solo, anche sui suoi trascorsi al Palermo.
Trentaduemila abbonati alla prima stagione in A. Praticamente non c’erano più biglietti in vendita… «Non c’è dubbio che Palermo meriterebbe di stare sempre in Serie A. Forse è arrivato il momento in cui qualcuno può programmare questo percorso».
Anche da lontano? «Ma certo, l’importante che si facciano le cose per bene, nel rispetto delle regole. E soprattutto che ci si affidi a qualcuno che conosce l’ambiente e può fare da collegamento tra le città e la proprietà. Questo è fondamentale e credo che saranno furbi o intelligenti da non sbagliare scelta. Ogni piazza ha caratteristiche ed esigenze particolari da non sottovalutare. E poi posso dire una cosa?».
Prego. «Un presidente all’estero potrebbe essere meglio dei soliti presidenti italiani fin troppo presenti».
Da oltre vent’anni vincono lo scudetto soltanto Juve, Inter e Milan: c’è spazio per un Leicester italiano? «Perché no? Dipende dalla voglia di investire che avranno i nuovi proprietari. E da quanto vogliono investire. Faccio un esempio: Aurelio De Laurentiis non è stato uno spendaccione, ha fatto investimenti non eccessivi, mirati, e ha sfiorato lo scudetto. Anche quest’anno è andato vicino, prima dei problemi nel finale. Il Leicester ha indicato una strada».