Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, non molla la presa su Alitalia ed è ancora in corsa per un posto al Senato perché ha presentato un ricorso dopo le ultime elezioni e potrebbe anche vincerlo. Di seguito un estratto dell’intervista rilasciata dal numero uno dei laziali a “Il Fatto Quotidiano”:
“L’importante è che lei riporti pedissequamente e le parole che dico. Il dovere del giornalista, e glielo riferisce uno che da giovane ha fatto anche questo mestiere, è di rendere una cronaca pedissequa dei fatti. Lo dice il codice deontologico. Lei si attenga al codice”. Senatore Lotito. Non giudichi e non pregiudichi. Il Senato segna un’altra tappa rilevante della sua carriera finora solo imprenditoriale. Entra di prepotenza nell’élite politica. Due cose già non vanno bene: lei mi definisce prepotente. Prepotenza come metafora. Entra con decisione nel campo che finora gli era escluso. Con decisione, con forza. In questo senso? Senatore. Chi gliel’ha detto che ci sarà questa nomina? Io me lo auguro ma non so nulla. Oramai la strada è spianata: la Giunta per le elezioni del Senato è sul punto di accogliere il suo ricorso. Sono stato stimolato a candidarmi da amici e l’ho fatto, come sa, per il bene comune. Il mio riferimento è ai doveri dell’uomo giusto e saggio, alla Repubblica di Platone. Malelingue ritengono che il suo obiettivo sia agguantare l’immunità parlamentare, uno scudo speciale per un imprenditore speciale. Non ho bisogno, non ho preoccupazioni, non ho di questi problemi. Se lei, e di nuovo siamo al punto di partenza, ha voglia di lasciar perdere i pregiudizi e andare ai fatti le sarei grato. Dopo la Lazio c’è Alitalia. E dopo l’Alitalia c’è l’Italia. Presi la Lazio, oramai 15 anni fa, con 550 milioni di debiti. Risanata? Risanata. Alitalia è pure peggio. Un milione e rotti di euro di perdite quotidiane, un’azienda ai minimi termini. In Italia c’è una moltitudine di prenditori. E un sacco di magnager. Scriva bene:prenditori e non imprenditori, magnager, non manager. Nessuno col sale in zucca si avvicinerebbe a un morto che cammina.
IL PERSONAGGIO Dalle pulizie al pallone: CLAUDIO LOTITO ha 58 anni, dal 2004 è proprietario e presidente della Società sportiva Lazio, già quotata in Borsa ma sull’orlo del fallimento dopo i trionfi dell’era Cragnotti. Ottenne all’epoca una rateizzazione molto favorevole dell’ingente debito fiscale. Dal 2011, con il costruttore e cognato Marco Mezzaroma, è proprietario anche della Salernitana che gioca in Serie B. Con la Lazio ha vinto tre Coppe Italia e due Supercoppe italiane.
MATURITÀ CLASSICA, laurea in Pedagogia, Lotito ha le principali attività extracalcistiche nelle imprese di pulizia e vigilanza privata, che specie in passato vivevano soprattutto di appalti pubblici.
ERA STATO ARRESTATO nel 1993 in un’inchiesta su appalti della Regione Lazio ma ne è uscito pulito. Ha beneficiato della prescrizione per Calciopoli (però è stato squalificato per 4 mesi dalla giustizia sportiva) e in un processo per aggiotaggio. È indagato in una maxinchiesta sulle multe stradali cancellate a Roma.
CONSIGLIERE FEDERCALCIO nel 2009, poi sospeso e rieletto nel 2013 e nel 2018. Mi piacciono gli sport estremi, non so fare altro che lavorare. Ho tanto da fare che posso dormire solo tre ore a notte. Faccio cose, anche di notte. Infatti con i giudici ha fatto incontri in notturna per risparmiare sulle ore di luce. Questa non è una domanda, è solo la sintesi del suo pregiudizio. Se mi ha già giudicato, non serve che le risponda. Era una considerazione fattuale. Quindi pedissequa. Prima di inoltrarmi sulla strada della risposta e chiarire definitivamente la inviterei anche a valutare se il nostro confronto dialettico non debba arricchirsi di qualche elemento di introspezione psicologica. Ogni intervista tende a esplorare l’animo, a indagare il sentimento, cavarne una suggestione. Senza fermarsi all’apparenza, al folclore di frasi fatte. Per esempio Lotirchio. Lei che ci faceva di notte a tavola con i giudici? Ma quale tavola! Ma quale notte! Erano convivi, incontri, cene alle quali come ho già detto ero invitato. C’erano nomi di altissimo prestigio. Dovevo essere preoccupato? E di cosa? Poi, diciamocelo, il tono della conversazione letto su un brogliaccio è assai diverso dalle sfumature della voce. Non dà il senso, scuote il tono, ruba l’ironia. Certo che Lotito è uomo dalle mille risorse… Se Lotito fa mille cose è perché lavora tantissimo. Non ha hobby. Ventuno ore al giorno. Lei soffre d’insonnia? No, caro. Io proprio non posso dormire oltre, ho troppo da fare. Quindi per una evenienza aritmetica faccio più cose di quanto gli altri riescano a fare. E mi porto avanti. Lei sente profumo di business anche in Alitalia… Sento che non è un’azienda morta, prima di dichiarare il fine vita si può provare a fare qualcosa. Se la prendesse lei cosa farebbe? Conterei anche le matite. Mi farei una brandina in azienda, perché certo uno non può andare a dormire a casa sennò perde tempo. Con la Lazio fece così. Mi chiusi là dentro e giorno e notte a sfogliare le voci di costo e limare. Alitalia sta messa peggio. . . Immagino che i dipendenti dovrebbero fare anche un po’di training autogeno. Una scossa psicologica. Qualcosa che li convinca a credere in Alitalia, li attrezzi, li faccia sorridere alla vita e dare il massimo sul lavoro. Non c’è luogo dove non spunti Lotito… Sono impegnato in varie categorie merceologiche. Con la Lazio ha infiocchettato i debiti da par suo. Una dilazione col fisco per pagare in 23 anni ciò che doveva sull’unghia. Solo Matteo Salvini è riuscito a far meglio di lei con i debiti della Lega . Ho utilizzato le norme e pago puntuale. E non mi sono mai messo in tasca un gettone di presenza, mai dato un emolumento come presidente. Ora la Lazio è costruita sul cemento armato. È la Roma che sta attraversando un periodo bruttissimo. Lei al Senato, e chi l’avrebbe detto? Apprendo da lei. Secondo me farà come l’onorevole Angelucci. Non passerà dal Parlamento nemmeno per ritirare l’indennità. Basta il bonifico. Se mi impegno in qualcosa non mollo. Prima Alitalia, poi l’Italia. Serve una politica economica salda, solida. Basta col virtuale, basta con la comunicazione fine a se stessa. Cambiare registro. Cambiare l’Italia. Adesso ho da fare”.