Lotito inarrestabile: vuole anche la Carrarese
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, sembra tutt’altro che intimorito dalle inchieste che lo riguardano. Il suo attivismo nel calcio italiano non si esaurisce ed anzi si arricchisce di nuovi obiettivi. L’ultimo sarebbe la Carrarese, società che versa in condizioni difficili e che potrebbe presto essere salvata da una cordata che fa in diversi modi riferimento al presidente della Lazio. La notizia riportata oggi da “La Nazione” arriva a pochi giorni dall’assemblea dei soci di venerdì che si annuncia particolarmente calda (sarebbe stata convocata in una sede sconosciuta per garantire l’incolumità dei partecipanti). Ma perchè a Lotito interesserebbe anche il club toscano dopo Lazio e Salernitana? La teoria de “La Nazione” è molto chiara e facilmente sintetizzabile: sullo sfondo della trattativa Perpignano ci sarebbero le elezioni del 2016 per la presidenza della Figc. Sembra un film ma appare la realtà di quanto sta accadendo attorno alla Carrarese Calcio in queste ore. I capi del calcio italiano, appunto il presidente della Figc Carlo Tavecchio e il potente consigliere federale Claudio Lotito, suo braccio destro, stanno cercando voti in Legapro perché rischiano di perdere le poltrone così ambite. C’è un fronte che combatte Tavecchio e Lotito e gli anti Macalli che ha portato la Legapro sull’orlo del crac finanziario, sono l’attuale consigliere federale Gabriele Gravina e il presidente del Prato Paolo Toccafondi. Senza l’appoggio della Legapro, Tavecchio e Lotito sarebbero destinati a lasciare la federazione. Ecco che anche la Carrarese può essere ambita per andare a caccia di voti. Perpignano che già si muove da presidente della Carrarese (in sede venerdì ha controllato tutti i conti e il suo avvocato ha detto che a breve ci sarà un comunicato stampa) è stato duramente contestato dalla tifoseria memore delle sue avventure a Barletta, infauste per il club pugliese. Tartaglia sembra intenzionato a vendere le quote della Progetto Carrara a Giuseppe Perpignano e la regìa di questa operazione sarebbe appannaggio di Lotito. Federico ha già riferito a Remondina (come aveva detto lo stesso tecnico ai tifosi e ai cronisti) di due soci, uno appunto Perpignano e l’altro un avvocato vicino alla Salernitana, in procinto di subentrare all’ingegnere romano. Ieri mattina il presidente del collegio sindacale Lucio Boggi, che ha già pronta l’istanza di liquidazione del club azzurro, ci ha ripensato e ha rinviato di qualche giorno il viaggio al tribunale di Massa per depositare i libri sociali. Boggi spera che venerdì si trovi una soluzione alla diatriba in atto tra i soci e che rende ingovernabile la società. Venerdì è l’ultima chiamata, senza liquidità Boggi dovrà recarsi in tribunale per non far intervenire la procura. La presidenza della Carrarese dovrebbe essere assunta da Giuseppe Perpignano, immobiliarista genovese, che lo scorso gennaio ha visto la società «Villa Bordone» di cui era amministratore unico, fallire davanti al tribunale ligure. Perpignano ha fatto sparire dal calcio il Barletta non iscrivendolo, la scorsa estate al campionato di Legapro. Secondo indiscrezioni raccolte nel suo entourage sarebbe disposto a versare 250mila euro di denaro fresco nelle casse della Carrarese dopo aver acquistato il pacchetto azionario di maggioranza detenuto da Tartaglia attraverso la Progetto Carrara, costituita ad agosto a Roma. Oltre a Perpignano dovrebbe entrare nella compagine societaria azzurra anche l’avvocatoGian Michele Gentile, legale di Lotito e della Salernitana, club di serie B di cui sono proprietari appunto il presidente della Lazio e il cognato Marco Mezzaroma. Ma sono pochi 250 mila euro perché la Carrarese si trova nelle condizioni di liquidazione qualora venerdì non siano ripianate le perdite che da luglio sono circa 560 mila euro. Questo l’impegno che i nuovi soci dovranno assicurare subito a Boggi: altrimenti ci sarà il tribunale. La Carrarese non ha più conti correnti e Credem chiede il rientro di 100mila euro di scoperto. Buffon ha tirato fuori 350 mila euro (l’accordo prevede che si impegni al massimo per 200mila euro l’anno), Tartaglia zero. Resta la trattativa di Boggi con i «Cioccolatitaliani» azienda che fattura 50 milioni l’anno.