L’opinione di Salvatore Geraci: “Baccaglini? Le promesse non servono in una città nemica della felicità ma troppe volte tradita”

“L’immagine di un uomo stanco che chiude gli occhi, perso nei ricordi e nella malinconia segna il suo addio. Gli anni passano per tutti e Maurizio Zamparini si avvicina ai 76, dopo 640 partite, episodi vissuti tra emozioni e tormenti. Puoi amarlo o odiarlo: di certo, la storia del Palermo non ha mai avuto un presidente più longevo e vincente. Lo incontrai la prima volta nel luglio del 2002 quando comprò il Palermo da Sensi. Di lui sapevo tutto quello che si diceva e scriveva e naturalmente che era un mangia allenatori. A modo suo una “Iena”. Come Paul Baccaglini. Ero a Napoli, diretto a Longarone per il ritiro, ma dirottai subito verso Talamone, il suo momentaneo paradiso. Mi riceverà? Di più. Mi accolse come uno di famiglia incurante degli appunti che prendevo, parlandomi anche di vini, formaggi e affettati. Il suo modo di essere, artista di strada che percepisce l’atmosfera attorno a lui e si culla sulle idee quasi a rappresentare la natura umana. La favola rosa ha catturato personaggi di rilievo: il principe Lanza, Vizzini, Barbera palermitani doc. Zamparini era lo “straniero”. A Palermo si presentò con grandi progetti. Sempre sulle barricate con espressioni colorite, le filippiche contro il potere e gli arbitri. E in prima linea con i risultati: undici campionati di A, l’Europa, una semifinale e una finale di coppa Italia, successi in casa e fuori contro le big, celebrati fuoriclasse, spettacolo assicurato. Quando è finita l’epopea della ricchezza, l’amore dei tifosi si è trasformato in avversione. Ma ecco Baccaglini pronto a riscrivere il romanzo. Scelto appunto da Zamparini. Maurizio e Paul così diversi e così uguali, tanto che Paul in un certo senso sembra suo figlio, con in più la forza dei trentatré anni, la velocità di internet, lo slancio dei social. Più ruffiano con la città, pronto a diventare il compagno di tutti, un palermitano già in grado di riconoscere le arancine e Santa Rosalia. Meno americano, meno british e più “picciotto”. E’ l’approccio inusuale. Il suo modo di svoltare compresi gli slogan che Zamparini ha sempre odiato. Che cosa vuole Paul? Una Palermo vincente, più giovane e all’avanguardia, posti di lavoro, gente da amare, la sua squadra felice, passi indispensabili per recuperare la fiducia che Zamparini aveva dilapidato. Per riportare il sorriso che mancava. Tanto, e lui l’ha detto, saranno i fatti a parlare, ben sapendo che le promesse non servono in una città nemica della felicità ma troppe volte tradita. Solo così conoscerò chi è e chi sarà Paul Baccaglini. Se l’ex Iena o un altro nome da scrivere nella leggenda rosanero”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio