Lombardia, inchiesta su fornitura camici: ma per la Regione Fontana era ignaro
Stando a quanto rivelato dalla trasmissione di Rai 3, e che verrà mandato in onda nella puntata di lunedì 8 giugno, la vicenda ha inizio lo scorso 16 aprile, quando l’azienda Dama Spa si aggiudica l’appalto – senza gara – per una fornitura di camici da consegnare a Regione Lombardia tramite Aria, l’Agenzia regionale pubblica per gli Acquisti. Una fornitura dal valore complessivo di 513mila euro.
La Dama Spa, come riporta “Notizie.it”, non è però un azienda qualunque: attraverso la Divadue Srl essa appartiene infatti per il 10% a Roberta Dini, moglie del presidente della Lombardia Attilio Fontana, mentre per il restante 90% (tramite una fiduciaria del Credit Suisse svizzero) al di lei fratello Andrea Dini, cognato di Fontana.
Sempre secondo l’inchiesta infatti, a partire dal 22 maggio la Dama Spa stornerà le fatture relative alla fornitura di camici per la Regione, considerandola dunque una donazione a tutti gli effetti. A seguito dell’inchiesta di Report non è tardata la risposta delle autorità regionali lombarde, le quali hanno dichiarato: “Della vicenda il presidente non era a conoscenza. Sapeva che diverse aziende, fra cui la Dama Spa, avevano dato disponibilità a collaborare con la Regione per reperire con urgenza Dpi in particolare mascherine e camici per strutture sanitarie”.
In giornata è giunta anche la replica del presidente Fontana, che su Facebook ha affermato: “Durante il periodo di crisi, appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti, Regione Lombardia è stata costretta ad incaricare la propria centrale acquisti, ARIA spa, per assicurare l’approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l’emergenza. […] Nell’automatismo della burocrazia, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l’azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso”. Di seguito il post: