L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla ripartenza del Catania.
Avanti a grandi falcate. Al nuovo Catania entro fine mese verrà assegnato dalla Federcalcio un titolo sportivo. Si spera, vista la consistenza economica del gruppo Pelligra e il dettagliato programma di rilancio, in Serie D: il massimo consentito a un club che rinasce e che dovrà rappresentare una città con una storia importante e un bacino altrettanto significativo.
Club da fondare Nelle prossime ore, davanti a un notaio, i dirigenti fedeli al manager siculo-australiano costituiranno la nuova società con una denominazione che contenga la parola Catania e, immediatamente dopo, chiederanno alla Federcalcio l’affiliazione. Un prologo essenziale che porterà i dirigenti a colloquio con i vertici Figc per far ripartire, stavolta in maniera concreta, il calcio che era stato cancellato con il provvedimento del 9 aprile scorso. In questi giorni che coincidono con il ritorno del patron in Australia (rientrerà tra poco più di due settimane) l’advisor Scibilia e gli altri dirigenti stanno preparando tutti i documenti per far nascere anche a livello legale il Catania del futuro.
Ricerca di spazi Il Massimino sarà ovviamente concesso dal Comune per le gare interne. Se necessario anche per qualche allenamento. In assenza di Torre del Grifo, che Pelligra sta trattando con i curatori fallimentari, la squadra non appena terminerà il ritiro (in Sicilia, ma si valuta anche l’ipotesi calabra) potrà allenarsi a Nesima, anche se il sindaco facente funzioni, Roberto Bonaccorsi, ha portato avanti anche la soluzione Zia Lisa, impianto che sorge a due passi dall’aeroporto etneo. Il club chiede in ogni caso di allenarsi su un campo in erba, non sintetica. La sua richiesta verrà accolta.