Pietro Lo Monaco, intervenuto a TMW Radio, ha parlato della terza serie esprimendo tutte le sue perplessità in ottica futura.
Ecco le sue parole:
«Qualsiasi società di A o di B che ha ragazzi da appoggiare in C deve pagare un cosiddetto premio di valorizzazione, garantendo intanto il costo lordizzato del calciatore a vantaggio della squadra in cui va a giocare. Con le seconde squadre, le società evitano di mandare i ragazzi in giro, li mettono nella seconda squadra. Così anche le società di C hanno il dovere di sviluppare il loro settore giovanile e puntare sui loro giovani. Così si cresce. La C è già passata attraverso grandi mutilazioni, non dimentichiamoci che da 90 squadre qualche anno fa si è passati a 60. Un errore gravissimo fu quello di mettere un unico campionato di C, togliendo C1 e C2, ma il passaggio dal dilettantismo è diventato così troppo traumatico. Negli ultimi anni ha avuto una crisi di identità pazzesca, proprio oggi leggevo di polemiche tra il presidente Ghirelli con quello di Serie B, Balata, ma è un problema da affrontare in comune. La riforma va fatta nella misura in cui si rispetta il calcio delle tante piazze blasonate che ci sono in giro. Teniamo presente Catania, Bari, Palermo, Perugia, Padova, Avellino… Vi renderete conto dello spessore. La loro salvaguardia va tenuta ben chiara in testa. Campionato al Termine: «Intanto vi dico che vedrete un’ecatombe a fine anno, visto che tanti presidenti di Serie C sono già pronti e desiderosi di alzare le mani. Con entrate azzerate e uscite sempre su certi livelli, non esiste imprenditore disposto a mettere 2-3 milioni di euro per un giocattolo che va sempre a perdere. La stessa cosa succede anche per la Serie B. Giusto che le partite vengano rinviate se ci sono troppi casi, ma non sempre è semplicissimo andare a giocare i recuperi in calendari così fitti. Si è deciso di andare avanti, ma questo è un anno particolare, aspettiamo di tornare alla normalità e poi vediamo le varie cose»