Live Palermo Football Summit, Lo Monaco: «Vi racconto il mio amore e odio con Zamparini. Ho rinunciato a 12 milioni lordi» (VIDEO)
Intervenuto in occasione de “Palermo Football Summit” Pietro Lo Monaco ha rilasciato una lunga intervista parlando, in particolar modo della sua esperienza al Palermo con Zamparini.
Ecco le sue parole:
«Sono sempre stato un uomo azienda. Molti si ricordano gli anni al Catania ma dimenticano Brescia, Udine. Ricordo che tra le prime operazioni c’è quella di Giannichedda che presi dal Sora e in futuro fece una plusvalenza enorme. Ho cominciato a battere a tappeto i paesi dell’Europa del Nord, prendendo giocatori a parametro zero e da lì comincio la favola dell’Udinese. Ogni grande società deve valutare i giocatori a livello globale e mondiale come ha fatto il Napoli ultimamente. Io guardavo i giocatori da vicino dal vivo e solo con penna e carta mi sono creato un mio database di giocatori, si tratta di metodo. Oggi il lavoro di scouting è carente perché si basa su metodi tecnologici e osserva i calciatori tramite algoritmi, statistiche, highlights. Un tempo si guardavano i giocatori dal campo, vederli dal vivo e vederne tanti, così da costruire dei metodi di valutazioni efficaci. Ai tempi andavo due tre volte l’anno in Argentina per valutare i giocatori che potevano far a caso della mia società. Un giorno vidi un ragazzino che mi ricordo il primo Montella all’Empoli. Subito ho trattato il giocatore e mi chiesero 1.5 milioni di dollari. Il giocatore non lo prendemmo ma nel frattempo realizzò 17 gol. L’anno dopo questo ragazzo è arrivato in Italia per 12 milioni di euro: si chiamava Dybala».
«Il percorso a Palermo non ha funzionato – ha detto – semplicemente non dovevo mai accettare. Quando andai via da Catania avevo un buon seguito, ma decisi di stare fermo un anno. Poi c’era Preziosi che mi massacrava ed ho ceduto. Dopo 42 giorni ho strappato un contratto pesantissimo dicendo che io e lui insieme non c’entravano niente. E sono andato via. Stessa cosa è successa a Palermo – ha continuato il dirigente – Zamparini mi ha dato un contratto pazzesco e il 10% della società. Durante una campagna acquisti di gennaio ricordo che feci 23 operazioni: finendo con un attivo di 5.8 milioni e lui si spese in complimenti. Il sabato andai in ritiro e quando arrivai trovai Gasperini in un angolo mogio mogio. Mi disse “Direttore, qui non si può lavorare”. Mi racconto che il presidente gli aveva chiesto che giocassero i suoi giocatori e se non avesse vinto sarebbe andati a casa. Perdiamo in casa con l’Atalanta e il presidente vuole tutta la squadra in ritiro. Gli risposi che ci doveva andare lui con sua moglie. Mi chiamò e ci incontrammo a Varese – ha proseguito – come direttore mi disse che ero da 10 ma disse anche che il presidente può essere solo uno. Tirò fuori una lettera in cui si dice che mi vedevano come il presidente. Gli ho chiesto un foglio e ho firmato le dimissioni».
Ecco il video: