Marcello Lippi ospite a “Che tempo che fa”, ha ripercorso le tappe più importanti della propria carriera da allenatore.
Di seguito le sue parole:
«Non posso nascondere che la scelta sia stata anche economica. Imparare il cinese è impossibile. Nel 2012 sono andato in Cina perché dal punto di vista economico era un’offerta eccezionale. Inutile farci giri intorno, il discorso era quello. Il Guanghzou era una delle migliori squadre cinesi, abbiamo vinto tre scudetti e una Coppa d’Asia alla fine. Xi Jinping nel 2019 ha voluto che ci fossi anche io al Quirinale nella sua visita. Io non me ne sono accorto, mi hanno raccontato che nel corso della visita ho dato una pacca sulla spalla a Xi. Ho sempre voluto trasmettere ai miei giocatori questo messaggio: si va in campo per vincere, non per fare bella figura. Imparare a perdere è importante, ma se ti rendi conto di avere a disposizione giocatori importanti devi trasmettere loro fiducia e fare capire loro che possono vincere tutte le competizioni a cui partecipano. Quando ho firmato con la Juventus sono andato sulla tomba di mio padre. Lui non era molto juventino, gli ho dovuto chiedere il permesso. Zidane è stato uno dei migliori della storia, dal punto di vista tecnico il più bravo di tutti. Era eccezionale, ha fatto parte di una Juventus che ha vinto tutto. Un ragazzo straordinario, e un grandissimo calciatore».